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CD
Paolo Castaldi Innere Stimme, Canoni armonici, Cinque ritratti dal Novecento storico, Invenzione, Anfrage
con Antonella Moretti, Mauro Ravelli
Numero di catalogo discografico BDI 218, La Bottega Discantica, Milano 2014

Descrizione: "Le cinque composizioni che questo disco propone costituiscono l’integrale quasi completo del mio lavoro per il duo pianistico: a tutt’oggi, la sola eccezione è Boulevard Promenade, una sorta di ritratto di grande città, per due pianoforti. Ora mi accorgo che senza essermelo espressamente proposto, ciascuna delle cinque possiede una caratteristica in qualche modo eccezionale. Vediamole sotto questa luce, una per una.
La prima, Innere Stimme, per pianoforte a quattro mani, si richiama già nel nome a un caso originale, o unico nella nostra storia della musica: quello della Humoreske di Schumann per pianoforte. Nella quarta sezione compare, fra i due righi ordinari, un terzo rigo, “interno”, o centrale, su cui si legge una linea melodica indipendente, in suoni tenuti. Questa “voce” (nel senso tecnico, Stimme), è chiamata innere, ossia anche “interiore”, dall’autore. Egli avverte che questa linea non è né da cantare, né da suonare... ma da “pensare” soltanto! Come meglio mostrerà il testo che accompagna la partitura, abbiamo voluto qui trasgredire la prescrizione di Robert: disponendo che due esecutori, non professionisti in questo ruolo, con le loro voci facciano udire per la prima volta quella linea, che l’autore aveva voluto segreta.
Nella seconda, Canoni Armonici, per due pianoforti, incontreremo piccoli happenings: incidenti, apparentemente casuali, come vocalizzi in scampanii sovrapposti, colpi sulla cassa di richiamo al partner momentaneamente distratto, un discreto applauso reciproco di compiacimento per la esecuzione “di bravura” di un passo difficile a mani incrociate, la caduta in terra della partitura... e così via. Tutto in forma rigorosamente canonica. Ma, come tutto il resto, equiparato al livello tranquillo e naturale del discorso ordinario. Va pure notato che il Canone è, per definizione, trattazione di linee imitate a più “voci”. Qui, è l’intera meccanica pianistica a essere imitata, o trasferita di peso, da un pianoforte all’altro, su piani armonici che, integrandosi per interpenetrazione, appariranno alquanto complessi... Non si tratta dunque più di voci, o linee, singole.
La singolarità di Cinque Ritratti, per pianoforte a quattro mani, risiede nel fatto di non comporsi in un solo stile, propriamente originale: bensì di “tradurre” nel proprio gli stili di altri autori (certo Strawinsky docet), imitandoli in “loro” composizioni immaginarie. Queste pseudo-citazioni, assumono a modello cinque autori. Li elenchiamo nell’ordine: Isaac Albéniz – Richard Strauss – Edgar Varèse – Jean Françaix – Aaron Copland.
La quarta è Invenzione, per due pianoforti. Nel mosaico di questa partitura, le sequenze di episodi, diversi per figurazione ritmica, movimento, clima armonico, timbrica, colore espressivo, appaiono accensioni confluenti l’una nell’altra, in una logica “simulata”. Il discorso del primo pianoforte rimane costante, e si distacca nettamente sugli sfondi mutevoli creati dal secondo. Espone note e bicordi, nettamente stagliati, immersi in un movimento mutante ma reso costante per via di equivalenze metronometriche calcolate. La presenza ineludibile della notissima Invenzione bachiana in do maggiore garantisce la comprensione dell’assunto, crediamo, in modo assoluto.
La quinta e ultima composizione presentata, Anfrage, per due pianoforti, non è stata, in senso letterale, “scritta”. Si tratta interamente di un collage doppio: musicale e verbale. Le parole che circondano le note (tutte “trovate”, nessuna ideata dall’autore: sono state ritagliate da fonti le più diverse) sono esplicative dei vari, mutevolissimi modi di comportarsi con la materia sonora: che dunque, in certo senso, ne viene “pilotata”. In luogo dell’ordinaria “interpretazione della composizione”, si potrebbe dire che qui si trova una puntigliosa, dettagliata, e a tratti perfino irrazionalmente eccedente, “composizione della interpretazione”. Non tutto, in questo lavoro (per me fondamentale), apparirà all’ascolto chiaramente “comprensibile”... Ma precisare che proprio questo è il senso, e l’intento, della composizione, sarà veramente necessario. La forma generale (la “grande forma”) è semplicissima: lo schema A – A’ – A”... della reiterazione ostinata di riprese sempre variate, e in modi molteplici anche “incidentate”. Interpolazioni di episodi affatto estranei (o apparentemente tali), a volte complessi fino all’inestricabile, ma altre di semplicità che rasenta l’idiozia, completano uno scenario... Che in effetti, e a riflessione ulteriore, non sarà possibile definire soltanto sonoro. Paolo Castaldi

Dati editore
INDIRIZZO: via Nirone 5 - 20123 - Milano - MI - Italia
TELEFONO: +39 02 862966
FAX: +39 02 72000642



Titoli ed esecutori

Moretti Antonella, Ravelli Mauro

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