In Ragapiano (Odd Times records/Egea distribution) Fabrizio Ottaviucci attraversa una
dimensione musicale di grande fascino lasciandosi andare a
fermare su disco particolari momenti e tonalità emotive e precisi stati
dell’animo.
Pianista e compositore, Ottaviucci pratica da anni una forma di improvvisazione, denominata
intuitiva, che si contraddistingue dalle pratiche improvvisative di
altri generi per l’assoluta libertà stilistica in cui si muove e per la “dichiarata dipendenza dall’energia e dei luoghi e delle persone che
attraversano, abitano, animano il momento creativo musicale”.
Sulla
scia delle esperienze ventennali vissute accanto a Markus Stockhausen,
ha incluso nelle sue improvvisazioni spazi musicali provenienti dal
jazz, dal pop, dal rock, dalla musica leggera e dalla musica etnica. Da
queste esperienze, dalle registrazioni e dal ricordo di alcuni momenti
improvvisati sono nate alcune composizioni per piano solo denominate
“raga”; la parola indiana è utilizzata nella sua accezione poetica, nel
senso di colore, atmosfera, frequenza. Il legame con la tradizione
indiana è in realtà tecnicamente presente solo in uno dei “raga” del
disco ed esattamente quel Ragapiano, che dà il titolo alla raccolta, ma
il pensiero e la filosofia musicale dell’India, incentrata sulla ricerca
di dimensioni interiori, sottostà alla desiderata ricerca espressiva a
cui ogni brano del disco fornisce voce.
Questa, in sintesi, la linea guida del CD. Il resto viene lasciato all’ascoltatore e a chi sul suo cammino
incontrerà questa musica antica e modernissima nello stesso momento,
fatta di vitale passione ma anche profondamente sofferta. Un grappolo
dunque di composizioni accorate e da intendersi in questo senso proprio
quasi come una dedica al cuore, alle proprie metamorfosi, alle stagioni,
alla psiche…