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IN ITALIA E DAL MONDO
La Biennale di Venezia / Caterina Barbieri è la nuova Direttrice artistica del Settore Musica per il biennio 2025-2026
“La formazione classica unita alla sperimentazione e all’uso delle più innovative tecnologie – afferma il Presidente Pietrangelo Buttafuoco - rende Caterina Barbieri un tramite vivo tra epoca, stili e settori. La nomina di Barbieri alla direzione del settore Musica è, infatti, un attestato di fiducia verso l’intelligenza e il genio delle nuove generazioni, vere antenne del futuro”. Prosegue il Presidente della Biennale: “Pur giovanissima, Caterina Barbieri ha alle spalle una consolidata carriera internazionale che vanta presenze nei maggiori festival e manifestazioni del mondo, tra cui la stessa Biennale di Venezia. La sua musica elettronica si allontana da stilemi rigidi e di nicchia per costruire dialoghi con molteplici pianeti sonori esplorando gli effetti profondi del suono su percezione e coscienza. Con la propria intuizione creativa Caterina Barbieri piega a sé la macchina usando il suono come ponte “imaginale” tra il fisico e il metafisico in connessione profonda e sensoriale col materiale e l’immateriale. L’approccio di sincera ricerca e curiosità verso la scena della musica contemporanea le darà modo di costruire qui, a Venezia, un festival in grado di interessare nuovi e più ampi pubblici”. “Sono molto felice di questo invito e davvero onorata di poter dare il mio contributo a Biennale Musica – dichiara Caterina Barbieri. Venezia non finisce mai di ispirarmi: la sua mutevolezza, gli echi e i riflessi, i suoi silenzi e la sua liminalità. La sua resilienza e il desiderio di infinito. Il suo dissolvere lo spazio e il tempo. Tutto questo è già musica”. Nata a Bologna nel 1990, Caterina Barbieri è una musicista e compositrice italiana residente a Berlino, affermata nell’ambito della musica elettroacustica. Nel 2012 si diploma in chitarra classica con Walter Zanetti al Conservatorio G. B. Martini di Bologna, dove nel 2014 consegue anche il diploma in composizione elettroacustica con Francesco Giomi dopo un periodo di studi al Royal College of Music e all’Elektronmusikstudion di Stoccolma. Nel 2015 consegue una Laurea in Lettere moderne all’Università di Bologna con una tesi in Etnomusicologia sul rapporto tra il minimalismo Americano e la musica classica indostana. In pochi anni, Barbieri ha partecipato ad alcuni dei più importanti festival musicali al mondo, dall’Unsound all’Atonal, Primavera Sound e Sonar, e ha presentato il suo lavoro in sedi prestigiose come il Barbican Centre di Londra, la Biennale di Venezia, il Centre Pompidou, l’IRCAM e l’Ina GRM a Parigi, il Berliner Festspiele, l’Haus der Kunst di Monaco, il Museo Anahuacalli di Città del Messico, la Ruhrtriennale, la Philarmonie de Paris e il Festival di Cannes, tra i tanti. Barbieri ha pubblicato otto album e nel 2021 ha fondato una propria etichetta indipendente, la “light-years”, con cui ha curato anche una serie di showcase invitata da realtà quali Centre Pompidou, Berlin Atonal e Southbank Centre. Fin dall’album che l’ha rivelata, Patterns of Consciousness (Important Records, 2017), Caterina Barbieri lavora con la sintesi modulare e diverse formazioni elettroacustiche per esplorare gli effetti fisici e metafisici del suono sull’ascoltatore. La sua musica, descritta dalla rivista Pitchfork come “un viaggio che altera la mente” e “una dreammachine per le orecchie”, si basa sull’utilizzo di sintetizzatori modulari, dal più vintage Buchla a sistemi di nuova generazione Eurorack, per esplorare il potenziale psichedelico di complesse tecniche di computazione generativa. La sua ricerca investiga il rapporto tra tecnologia e processo creativo, esplorando temi legati alla memoria e alla fenomenologia della percezione, spesso indagando stati di alterazione della coscienza, estasi e allucinazione temporale. Gli album successivi hanno incontrato un crescente apprezzamento critico: le nitide computazioni melodiche di Ecstatic Computation (Editions Mego, 2019) nominato tra i migliori album dell’anno da numerose riviste di critica internazionale; poi Spirit Exit (light-years, 2022), che incorpora un più ampio universo di suoni, monumentale e intimo, inesorabilmente futuristico eppure capace di evocare una profonda energia primordiale. Importante momento di evoluzione della sua musica, Spirit Exit, descritto dai critici come un “disco di ammaliante capacità compositiva”, è stato presentato in collaborazione con l’artista visivo Ruben Spini e il light designer e scenografo Marcel Weber in una serie di performance dal vivo dove il suono dialoga con la luce e il video per generare esperienze multisensoriali intense. Le esplorazioni elettroniche della Barbieri infatti non sono mai state confinate al formato dell’album: la sua ricerca, informata sia dalla sua viva pratica strumentale che dalla sua attenzione ai linguaggi del visivo, si affida all’esibizione dal vivo come mezzo di sviluppo compositivo, quasi si trattasse di un “organismo vivente”. Nel 2019 è entrata nel catalogo dello storico editore musicale indostana Warp Publishing e nel 2021 ha firmato la colonna sonora del film John and the Hole diretto da Pascual Sisto e scritto da Nicolás Giacobone (film selezionato dal Festival di Cannes 2020 e presentato al Sundance 2021); nel 2023 le sue musiche sono state usate ne Il popolo delle donne del video artista e regista italiano Yuri Ancarani, film presentato alla 21. edizione delle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia. Quest’anno ha condiviso con Kali Malone, musicista statunitense già presente alla Biennale Musica 2023, la grande installazione sonora e ambientale dell’artista Massimo Bartolini intitolata Due qui/To hear, ideata per il Padiglione Italia nell’ambito della 60. Mostra Internazionale di Arte Contemporanea della Biennale di Venezia. Nel 2024, Barbieri ha presentato in concerto a Parigi il suo nuovo lavoro Womb commissionato da IRCAM e Centre Pompidou per l’impianto multicanale dell’ESPRO e si è recentemente esibita in un tour in America e in Asia. |