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Stato della Città del Vaticano: Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi di Milano - Suono Italiano 2019
Programma Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968) Ritmi Ballade Sergej Prokof'ev (1891-1953) Sonata n. 2 in re maggiore op. 94a Moderato, Scherzo, Andante, Allegro con brio Karlheinz Stockhausen (1928-2007) Sonatina n. 1/8 Molto espressivo, vivacetto irato, tempo I, Molto moderato e cantabile, Allegro scherzando Francesco Melis, violino Luca Maringola, pianoforte Biografie Francesco Melis, (2000) inizia lo studio del violino all'età di sette anni nella scuola di musica della sua città, Tradate. Allievo di Giovanna Polacco, è iscritto al terzo anno del triennio accademico al Conservatorio di Musica "G. Verdi" di Milano e contemporaneamente frequenta il quinto anno presso il Liceo Musicale omonimo. Si esibisce in qualità di solista, camerista e orchestrale in diverse città italiane (Milano, Varese, Novara, Bergamo, Brescia, Genova, Pistoia, etc.) e in sedi prestigiose per importanti associazioni culturali, spaziando dalla musica barocca a quella contemporanea ed etnica, affrontando anche repertorio violinistico meno conosciuto. È stato membro del milano808ensemble e del gruppo strumentale Dèdalo Ensemble. Nel marzo 2018 si esibisce da solista con l'Orchestra del Laboratorio d'Archi del Conservatorio di Milano diretta da Giovanni Antonini nella Sala Verdi del Conservatorio. Ha vinto il secondo premio della categoria “strumenti ad arco e a pizzico” del Premio del Conservatorio 2018. Luca Maringola, (1994) si diploma col massimo dei voti e la lode accademica presso l’ISSM Vittadini della sua città. Completa poi gli studi laureandosi col massimo dei voti nel biennio specialistico presso il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano. Si esibisce in concerto in diverse città italiane e all'estero. Numerose sono le esibizioni nell’ambito delle rassegne del Conservatorio di Milano, dove suona per eventi quali “Pianocity”, “Serate speciali nel chiostro” e molti altri. Nell'estate del 2014 si esibisce durante il "Paradise Festival" presso il Teatro Apollon di Syros (Grecia), mentre nell'aprile 2016 tiene una tournée in Brasile che lo vede esibirsi in importanti sale tra le quali il MuBE di Sao Paolo e la sala dell'università della musica di Rio de Janeiro. Note al programma Italia, Russia e Germania sono state accomunate nel Novecento da regimi totalitari il cui fine era di imporre un'unica ideologia a cui tutti dovevano obbedire. Il controllo dell'intera società civile era legato oltre che ad una forte attività di propaganda politica anche alla selezione dei contenuti da trasmettere attraverso la radio, il cinema, i libri, l'arte e la musica. Anche la musica infatti doveva celebrare il regime e la superiorità della cultura nazionale: spesso era proibita la diffusione di musica straniera ma anche di quella delle avanguardie (prima su tutte la dodecafonia). Si doveva preferire musica semplice e chiara, con melodie riconoscibili e scritte da compositori di “razza pura”. I compositori non graditi venivano censurati e spesso erano costretti a rifugiarsi in altri stati per poter sopravvivere. Mario Castelnuovo-Tedesco compose la Ballade poco dopo il suo arrivo negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali del 1938. Non era la sua prima composizione per violino e pianoforte; aveva già scritto per questa formazione dei piccoli pezzi in gioventù come Ritmi, che evoca un'atmosfera spagnoleggiante attraverso l'uso di ritmi di danze quali la habanera e la jota aragonese. La Ballade invece risente della maggiore maturità del compositore: forma e sonorità più complesse e ricche oltre che maggiori dimensioni. Questa composizione gli fu commissionata dal violinista ebreo russo Tossy Spivakovsky, anch'egli emigrato negli Stati Uniti, e rappresenta uno dei pochi brani per violino scritti nella forma strofica della ballata (altro esempio celebre è Ballade et polonaise di Vieuxtemps): un tema “tranquillo e meditativo” ritorna dopo aver subito diversi sviluppi ed essere stato intrecciato con motivi dal ritmo più incisivo e con un carattere quasi aggressivo. Anche Sergej Prokof'ev risentì delle conseguenze di un regime totalitario: dopo un esilio volontario durato quindici anni, nel 1933 tornò in Russia con la speranza di un grande successo ma dovette adattarsi al “realismo socialista” dettato da Stalin. La sua musica venne dichiarata troppo cosmopolita, formalista e incomprensibile al popolo, nonostante il suo stile apertamente neoclassico e l'influenza del folklore russo nelle sue opere. Nel 1943 compose una sonata per flauto e pianoforte che costituisce uno dei vertici della letteratura flautistica. Il violinista David Oistrach suggerì a Prokof'ev di scrivere una versione per violino e pianoforte della stessa sonata e partecipò anch'egli alla nascita della Sonata per violino e pianoforte op. 94a. In questa composizione è presente uno schema formale, una chiarezza di scrittura e una liricità squisitamente classici affiancati da ritmi pressanti, una vena grottesca e il ricordo di un tema popolare russo nel secondo movimento, sonorità impressioniste nel terzo e contrasto di caratteri nel quarto. In Germania durante la dittatura nazista la musica dodecafonica rientrava nella definizione di “musica degenerata”: le composizioni di Schönberg, Webern e Berg vennero bandite, ma questo nuovo tipo di linguaggio musicale continuò a svilupparsi anche dopo la fine della guerra. Karlheinz Stockhausen apprese questo metodo al Conservatorio di Colonia dal suo maestro Frank Martin. La Sonatina n. 1/8, composta nel 1951 per il suo diploma di composizione, è un esempio di severo uso della dodecafonia e del rigore seriale di ascendenza weberniana che Stockhausen ha utilizzato nelle sue prime composizioni di Elektronische Musik. Francesco Melis La rassegna di concerti ha ricevuto il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede La rassegna Museidisera rientra nel progetto Suono Italiano - Nuove Carriere realizzato grazie al contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale Spettacolo. Informazioni: Il concerto è gratuito per quanti acquistano il biglietto d'accesso ai Musei Vaticani INFO sul sito: www.museivaticani.va
Venerdì 26 aprile 2019, ore 20.00
Museo Gregoriano Profano, Musei Vaticani - Stato della Città del Vaticano |
Dati ente organizzatore
INDIRIZZO: via della Giuliana 32 - 00195 - Roma - RM - Italia
TELEFONO: +39 06 99341536
CELL: +39 335 8336732