CIDIM



Atene - Grecia: Duo Bortolotto Andri - Suono Italiano 2017
Lunedì 30 ottobre 2017, ore 19.00 - Duo Laura Bortolotto - violino, Matteo Andri - pianoforte.
In collaborazione In collaborazione IIC di Atene e la Fondazione Friuli.











Programma:
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sonata n. 1 op.12 n.° 1 - Allegro con brio - Tema con variazioni. Andante con moto - Rondò. Allegro

Igor Stravinskij (1882-1971)
Suite italienne n. 2 Trascrizione per violino e pianoforte dal "Pulcinella" in collaborazione con S. Dushkin - Introduzione - Serenata - Tarantella - Gavotta con due variazioni - Scherzino - Minuetto e Finale

Ludwig van Beethoven
Sonata n. 6 op.30 n.° 1 - Allegro - Adagio molto espressivo - Allegretto con variazioni

Con le Sonate dell'op. 12 Beethoven si riallacciava a Mozart e quindi alle più avanzate esperienze nel genere della sonata concertante. Beethoven sentiva però fortemente il problema dei generi, cioè il problema della continuità storica tra sé e il passato. Iniziando a scrivere sonate per pianoforte e violino egli prese come punto di riferimento Mozart, rinunciando a portare contemporaneamente avanti lo sviluppo del linguaggio a cui era pervenuto in altri generi. Il primo tempo è in forma tradizionale, con sviluppo assai breve. Si noti la sorpresa tonale tra la fine dell'esposizione e l'inizio dello sviluppo: passaggio diretto da la maggiore a fa maggiore, secondo un rapporto di tonalità (tonalità principale e tonalità del sesto grado abbassato) tra i più tipici dello stile di Beethoven.Il secondo tempo è un tema variato, assai gradevole melodicamente, ma non molto diverso dallo stile classico medio, comune a molti compositori. Interessante è però la struttura del tema, in due parti (A - B) senza ripresa, mentre sarebbe stata più tradizionale la forma con ripresa (A - B - A). Tra le variazioni si fa notare, come la più beethoveniana, la terza, caratterizzata da sbalzi improvvisi dal piano al fortissimo e viceversa. Nella quarta variazione sarebbe da notare la particolare scrittura pianistica dell'inizio, che però non può essere descritta. Anche la forma del terzo tempo è tradizionale, ma con qualche trovata personalissima: si tratta di un rondò a sette episodi, che verso la fine rompe lo schema ordinario, riprendendo il primo tema in tonalità inattesa, e chiudendo col terzo tema anziché col primo. Il primo tema, scattante e pieno di humour, ricorda le danze popolari austriache.
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Nel 1919 Djagilev propose a Stravinskij l'ipotesi d'uno spettacolo basato sulle musiche di Pergolesi rinvenute negli archivi di alcuni Conservatori italiani e di biblioteche londinesi. Nelle Chroniques de ma vie (1936) Stravinskij scrisse al riguardo: «Djagilev mi mostrò vario materiale inedito e insistette parecchio perché mi ispirassi a esso per comporre la musica di un balletto il cui soggetto fosse tratto da una raccolta contenente numerose versioni delle avventure amorose di Pulcinella. L'idea mi avvinse. La musica napoletana di Pergolesi mi aveva sempre incantato per il suo carattere popolare e il suo esotismo spagnolo.... Vinsi la mia esitazione di fronte al delicato compito di insufflare una nuova vita a dei frammenti sparsi e di costruire un insieme con dei brani staccati di un musicista per il quale avevo sempre provato una propensione e un'emozione particolari!». La «Suite Italienne» fu redatta nel 1933. Essa comprende i seguenti pezzi del balletto originario su musiche pergolesiane. Introduzione (dalla «Sonata a tre» n. 1, primo tempo). Serenata (aria di Polidoro dal I atto del «Flaminio», in ritmo di siciliana). Tarantella (dalla «Sonata a tre» n. 7, terzo tempo). Gavotta con due variazioni (dalle «Otto Sonate» per clavicembalo, sonata n. 2). Scherzino (da «Lo Frate 'nnamurato», ouverture dell'atto III). Minuetto (da «Lo Frate 'nnamurato», canzone di Don Pietro, atto I) e Finale (dalla «Sonata a tre» n. 12, terzo tempo). Anche se le melodie e le loro armonizzazioni sono derivate di peso dagli originali settecenteschi, il tocco stravinskiano si osserva nella alterazione delle simmetrie strofiche. (Ad esempio, i gruppi di quattro più quattro battute possono essere presentati mozzi, o un gruppo incompleto può essere replicato). Ciò, unitamente alla inserzione di alcuni ostinati che alterano il quadro armonico tradizionale, produce una sfasatura stilistica che fa assumere ai passi pergolesiani l'aspetto di un collage, dove i materiali settecenteschi hanno funzione di «readymade» o di «objets trouvés».
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Nel primo movimento della sesta sonata (Beethoven), un Allegro, l'idea di variazione è resa subito chiara dall'iterazione della figura ritmica "circolare" (un gruppetto) affidata in apertura al registro grave del pianoforte. Questo disegno ritmico funge da introduzione al gruppo tematico principale e permea l'intero movimento, svolgendo un ruolo importante anche all'inizio e alla fine dello sviluppo, in un continuo dialogo fra i due strumenti. Nel secondo movimento, un Adagio molto espressivo in re maggiore, la tecnica della variazione raggiunge il culmine, sostenuta anche dal perfetto equilibrio dei ruoli fra violino e pianoforte. In questo caso è il violino a introdurre la splendida melodia iniziale, dal carattere intimamente lirico, che viene subito ripresa dal pianoforte. La tradizione della ripetizione variata con abbellimenti che arricchiscono fino alla saturazione lo spazio sonoro risale all'opera italiana e molto del materiale melodico di questo movimento ne richiama lo stile, pur restando nell'ambito quasi crepuscolare della più autentica vena lirica beethoveniana, spesso nascosta dalla più popolare immagine del Beethoven "eroico". La Sonata si conclude senza alcun climax drammatico con un elegante Allegretto in forma di tema e variazioni. Il tema iniziale, un motivo nello stile di danza tedesca, è seguito da sei variazioni dal carattere contrastante, laddove la variazione finale, Allegro, ma non tanto, in 6/8 costituisce in sé una sorta di finale ampliato.



Biografie:
Laura Bortolotto, Diplomata in violino a 14 anni al Conservatorio "G. Tartini" di Trieste con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale di merito, inizia gli studi di violino all’età di quattro anni con il maestro Domenico Mason. Si perfeziona con il maestro Pavel Vernikov e segue corsi e masterclass dei maestri Fucks, Semchuk, Accardo, Rachlin, Volochine, Martin, Mazor, Pogorelova, Makarova, Montanari e altri. Ha studiato Musica da Camera con il Trio di Parma presso la Scuola di Musica di Duino (Trieste). Attualmente sta frequentando il master nella classe del maestro Marco Rizzi presso la Staatliche Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Mannheim.
Nel 2012 risulta vincitrice del terzo premio, del premio del pubblico, del premio Palazzetto Bru Zane al Concorso Internazionale di Mirecourt (Francia). Nel 2011 ottiene il primo premio all’International Hindemith Competition di Berlino. Nel 2010, a soli 15 anni, vince, con il primo premio, il 29° Concorso Nazionale Biennale di Violino di Vittorio Veneto, il più importante concorso nazionale italiano di violino, risultando la più giovane vincitrice del concorso dalla sua fondazione (1962). Aveva già ottenuto numerosi primi premi e riconoscimenti in contesti nazionali e internazionali tra cui "Il Piccolo Violino Magico" a Portogruaro (VE), Concorso internazionale Postacchini di Fermo, Concorso Europeo Marcosig di Gorizia e, nel 2010, è risultata tra i tre vincitori della XIV Rassegna Musicale Migliori Diplomati d'Italia a Castrocaro Terme.
Laura Bortolotto ha già suonato come solista con orchestre importanti, tra cui: Orchestra Novaya Rossiya di Mosca, Solisti di Mosca, Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Deutsche Kammerorchester Berlin, Orchestra Nazionale dell'Ucraina, Orchestra di Padova e del Veneto, Nuova Orchestra Busoni di Trieste, Orchestra dell'Accademia Naonis di Pordenone, Orchestra Giovanile della Valle d'Aosta, Orchestra San Marco di Pordenone, Orchestra dell’Accademia d’Archi Arrigoni, Orchestra Mitteleuropa di Udine, Orchestra Città di Ferrara, Orchestra Sinfonica Abruzzese.
Ha tenuto concerti con diversi pianisti, tra cui Leonora Armellini e Massimo Somenzi, con il violinista Daniele Pascoletti e con l'oboista Luca Vignali, e collabora stabilmente con il pianista Matteo Andri (col quale ha realizzato nell'estate 2016 una tournée in varie città del Cile e dell'Argentina, e a Washington e Chicago).
Si è esibita in sale prestigiose come quelle del Mozarteum di Salisburgo, il Teatro Filarmonico di Kiev, le Sale Apollinee del Teatro la Fenice di Venezia, il Teatro Comunale di Firenze, la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, la Sala Fazioli di Sacile e il Teatro Comunale di Treviso, il Teatro Verdi di Pordenone. Ha tenuto concerti nell'ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, Ravello Festival, Festival del Maggio Musicale Fiorentino, festival "Assisi nel mondo", Festival di Portogruaro (VE), Stagione Sinfonica della Valle d'Aosta, Festival Pianistico di Spoleto e nelle città di Cosenza, Padova, Venezia, Duino, Trieste, Pordenone, Treviso, Torino, San Remo, Ferrara, Milano, Aosta, Gressoney, Sirmione, Firenze, Vicenza, Sulmona, Roma, Salisburgo, Berlino, Kiev, Varsavia, Amburgo e Sochi.
Nel 2013 ha realizzato un’incisione del Concerto per Violino e Pianoforte di Mendelssohn per Rainbow Amadeus e nel 2014, sempre per Amadeus, del Concerto e delle Sinfonie Concertanti di Federigo Fiorillo. Quest’ultima incisione è ora distribuita anche dall’etichetta Brilliant.
Nel 2010 ha ricevuto dal Capo dello Stato Italiano Giorgio Napolitano l'Attestato di Onore di Alfiere della Repubblica "per le sue raffinate qualità di giovane violinista". Nel 2016 è stata premiata dal Centro Studi Franco Enriquez di Sirolo nella sezione Grandi Interpreti come miglior musicista solista femminile.
Laura Bortolotto suona un violino Pressenda del 1830, messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale 

Matteo Andri, si diplomato in pianoforte con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale sotto la guida della prof.ssa Maria Grazia Cabai e ha conseguito la laurea specialistica in composizione con la votazione di 110/110 nella classe del prof. Renato Miani presso il Conservatorio Jacopo Tomadini di Udine.
Importanti per la sua maturazione artistica sono stati gli incontri con i maestri Paul Badura-Skoda, Giorgio Lovato, Siavush Gadjiev, Daniel Rivera, Bruno Canino, Boris Petrushansky e Riccardo Risaliti. Per affinare le qualità di camerista ha seguito i corsi dei maestri del “Trio di Trieste” e del “Trio di Parma” presso la Scuola Internazionale Superiore di Musica da Camera di Duino. Il suo interesse per la musica contemporanea lo ha portato a partecipare all’ “International Ensemble Modern Academy” presso Schwaz (Austria) e al "Manifeste", rassegna organizzata dall' IRCAM a Parigi. Ha seguito inoltre corsi di direzione con i maestri Jose Rafaél Pascual Vilaplana e Ivan Villanova.
Svariati i premi vinti nei concorsi ha cui ha partecipato, tra cui si ricorda il primo premio al Concorso Internazionale di Esecuzione Pianistica "Amadeus", il secondo premio (primo non assegnato) nel Concorso Pianistico Nazionale di Terzo di Val Bormida, il primo premio alla IX edizione del Premio “Stefano Marizza”(Trieste) e il terzo premio (primo non assegnato) al concorso "Mario Zanfi-Premio Liszt", che gli ha permesso di esibirsi al Teatro Regio di Parma accompagnato dall'Orchestra del Teatro stesso. Ha suonato per numerose associazioni e nelle stagioni concertistiche degli Amici della Musica di Vicenza e di Udine, per il Festival Musicale Internazionale “Nei Suoni dei Luoghi”, per gli “Incontri musicali” alla Sala Puccini del Conservatorio di Milano, per la stagione di musica "Varese per Varese", per il 2° Festival Pianistico Internazionale a Sacile; ha partecipato a diverse edizioni di "Udine Contemporanea" presentando vari brani di musica contemporanea in prima assoluta. Ha suonato nella Wiener Saal del Mozarteum di Salisburgo sia in veste di solista che di camerista. Ha suonato in numerose edizioni del "Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia", dove ha potuto approfondire anche l’aspetto della direzione e del ruolo di maestro collaboratore in numerose opere, sia classiche che contemporanee. Ha eseguito diversi concerti per pianoforte e orchestra accompagnato dall’ Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia-Giulia, dalla Dolomiti Symphonia e dall’ Orchestra Mitteleuropea. La sua attività di musicista da camera lo ha portato a collaborare con rinomati musicisti quali l’oboista Josè Manuel Rojas, i clarinettisti Nicola Bulfone, Giampiero Sobrino e Roberto Scalabrin, il violinista Pavel Vernikov, il violista Vladimir Mendelssohn, le prime parti dei Solisti Veneti, il sassofonista Marco Gerboni e il trombonista Sergio Bernetti.
Nel 2010 ha formato un duo con la violinista Laura Bortolotto con cui ha suonato per gli Amici della Musica di Padova e Rovigo, per la Camerata musicale Sulmonese, per le stagioni concertistiche del Teatro Comunale di Monfalcone , del Teatro “Del Monaco” di Treviso e del Teatro Comunale “Abbado” di Ferrara; si sono inoltre esibiti all’estero (Polonia, Germania, Austria, USA, Cile e Argentina) riscuotendo sempre notevole successo di pubblico.
E' membro fondatore dei "Piano Twelve", un gruppo di dodici pianisti friulani, con i quali si è esibito alla manifestazione "Bianco e Nero" di Udine, al Teatro Duse di Bologna, al Teatro Verdi di Gorizia, al Palazzo Pitti di Firenze, al Grattacielo Intesa di Torino e in diversi concerti a Milano (EXPO 2015, teatro Strehler, Pianocity). Parallelamente all’attività pianistica dirige l’ ”Orchestra Giovanile Bellunese”, una formazione, da lui fondata nel 2014, composta da giovani musicisti provenienti da tutte le scuole musicali della provincia veneta, con la quale affronta il grande repertorio orchestrale classico e moderno. Sue musiche sono state eseguite nelle rassegne “Udine Contemporanea” 2007 e 2013, presso il Conservatorio di Udine, di Bolzano, al Convento di San Francesco a Pordenone, al Museo di Salorno (BZ) e per il festival Echos 2014 (Italia-Slovenia).

Suono Italiano – Friuli in musica, volto alla valorizzazione delle eccellenze friulane, nasce dalla cooperazione del CIDIM con la Fondazione Friuli. Per l’anno 2017 prevede una scelta di concerti di musica classica e contemporanea eseguiti da giovani musicisti friulani che vantano prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali

Il progetto Suono Italiano gode del contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale Spettacolo.

 

Lunedì 30 ottobre 2017, ore 19.00
Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura, Atene - Grecia


Dati ente organizzatore
INDIRIZZO: via della Giuliana 32 - 00195 - Roma - RM - Italia
TELEFONO: +39 06 99341536
CELL: +39 335 8336732