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COMMUNITY
INTERVISTE
Intervista a Giulia Rimonda sul suo nuovo progetto Resonace
Da dove nasce l’esigenza di creare un progetto come Resonance? Nasce da una domanda che mi pongo da tempo: come possiamo arrivare davvero ai giovani senza snaturare la musica classica? Oggi tutto passa da internet, dai formati rapidi e “social”, che però rischiano di ridurre la musica a intrattenimento, facendole perdere autenticità e profondità. Ho voluto cercare un linguaggio che fosse vicino alla nostra generazione, ma che conservasse eleganza e sincerità. Che cos’è concretamente Resonance? Resonance è un podcast audio-video in dodici episodi, in inglese, che sarà disponibile dal 15 settembre 2025 su Apple Music, Spotify e YouTube. Ogni episodio parte da una parola evocativa – Adrenaline, Journey, Limit, Profession… – e diventa un racconto intimo, ambientato in spazi quotidiani come un bar, una stazione, una sala prove. I testi sono scritti da me e intrecciati con una playlist originale eseguita insieme a Lorenzo Nguyen. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Amici di Giovanna Maniezzo di Roma, che ha curato la logistica e la produzione esecutiva, mentre la promozione online è affidata a WildKat, agenzia internazionale specializzata nella comunicazione per la musica classica. Perché hai scelto proprio il formato del podcast? Perché è un format che oggi va moltissimo, soprattutto tra i giovani, e permette un ascolto intimo e personale. Puoi portarlo con te ovunque, e ti dà il tempo di entrare dentro a un racconto. Mi sembrava il modo più naturale per avvicinare chi non frequenta abitualmente le sale da concerto, senza banalizzare la musica ma raccontandola con semplicità e autenticitá. Ogni episodio ha un titolo evocativo. Come li hai scelti? Sono parole che descrivono esperienze universali, ma che nella vita di un musicista assumono un significato particolare: l’adrenalina del palco, il viaggio continuo, la libertà ma anche il peso dell’indipendenza, il rapporto con la propria professione. Volevo che ciascuno potesse riconoscersi, anche chi non conosce ancora bene la musica classica. Resonance avrà anche una dimensione live. In cosa consiste? È la naturale concretizzazione del progetto. Dopo aver aperto un dialogo online, sentivo il bisogno di portarlo anche nei luoghi fisici. Resonance LIVE è un format pensato per le stagioni concertistiche: incontri con studenti, performance informali in locali o spazi culturali, dialoghi con il pubblico, fino a un recital finale in sala. L’idea è partire da internet, dove i giovani sono già, e portarli poi a vivere l’esperienza unica di un concerto dal vivo. Qual è il messaggio che speri arrivi con Resonance? Che la musica classica non è distante o inaccessibile: è una realtà viva, fatta di persone, emozioni, fragilità e forza. Vorrei che i giovani potessero sentirla più vicina e autentica, senza filtri, e magari riconoscere in queste storie qualcosa di loro stessi. E nel frattempo ti aspetta un appuntamento molto speciale… Sì, il 20 settembre suonerò alla Forbidden City Concert Hall di Pechino con la Beijing Symphony Orchestra, diretta da Yang Yang, il Concerto Gregoriano di Respighi in prima esecuzione assoluta in Cina. Sarà l’occasione perfetta per unire la nascita di Resonance a un momento così importante della mia vita artistica. www.resonanceclassical.com info@resonanceclassical.com @Redazione 2 settembre 2025 |