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CD
Salieri: Piano Concertos
Interpreti: Costantino Catena, Accademia d'Archi Arrigoni - Orchestra, Giulio Arnofi
EAN 5028421972688, Brilliant Classics, Al Leeuwarden 2025

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Descrizione: CD Realizzato con il contributo del CIDIM.

I concerti per pianoforte e orchestra di Antonio Salieri Vienna, 1773, il teatro italiano si trova in pessime situazioni finanziarie e l'imperatore Giuseppe II, sempre più interessato agli eventi teatrali come elemento artistico e politico, ormai si inserisce sempre di più nelle vicende legate a questa istituzione. È cosa abbastanza nota a tutti i viennesi, ormai, che la produzione teatrale e operistica deve avere un nuovo slancio e cosa altrettanto nota è la protezione sempre maggiore che un giovane compositore italiano di soli 23 anni sta ricevendo proprio dall’imperatore. Certo, la sua sorte come Kappelmeister dell'opera italiana dipendeva molto da come si sarebbe comportato in questo importante frangente, ma era anche vero che poteva dirsi ormai molto forte con alle spalle almeno una grande opera seria come Armida e di almeno due opere di successo come La fiera di Venezia e soprattutto uno dei primi capolavori buffi della sua carriera come La Locandiera da Carlo Goldoni. Ecco allora apparire nel suo non ancora foltissimo catalogo alcune composizioni più piccole di destinazione strumentale, un concerto per organo, uno per flauto e oboe, un triplo concerto ed infine i due concerti per pianoforte. Per quale occasione siano stati composti, perché si tratta sicuramente di musica scritta per uno scopo preciso, non ci è dato sapere, né Salieri al suo biografo fa grandi cenni a queste opere che sicuramente lui considerava marginali nella sua produzione, in cui il teatro primeggiava. Prima di addentrarci in queste composizioni si tenga presente anche l'anno di composizione e l'effettivo stato evolutivo della forma concertistica per questo strumento che di fatto avrà un primo vero e proprio punto di svolta nel 1777 con il concerto n. 9 di W. A. Mozart, soprannominato “Jeunehomme”. In ogni nota Salieri mostra di possedere, oltre ad un'idea musicale solida, una brillantezza ed una capacità melodiche fuori dal comune, frutto del mestiere compositivo acquisito negli anni di apprendistato con il suo maestro Gassmann a Vienna e con le innumerevoli sere passate al cembalo a fare da accompagnatore durante le rappresentazioni teatrali. Se nell'Allegro Maestoso troviamo un compositore con sicura padronanza musicale in grado di esplorare, se pur non in maniera virtuosistica, quelle che erano le possibilità tecniche dello strumento, è indubbio che il meraviglioso secondo tempo in la minore dia un'idea piuttosto precisa della padronanza “teatrale” di questo compositore di costruire sensazioni ed emozioni, nonostante l’assenza di parole e recitazione. Un secondo tempo di rara delicatezza e sobrietà, puntellato dagli archi e cesellato dalla melodia struggente del pianoforte che tanto potrebbe richiamare gli esperimenti futuri proprio del già citato Mozart. A riprova basti citare che proprio questo larghetto fu inserito in un film come Iron Man I (2008) dove ne viene accennata la melodia. Il terzo tempo si chiude con un rondò brillante composto da tre episodi distinti affidati al solista. Il secondo Concerto in sib maggiore merita effettivamente questo posto numerico. L'impressione che deriva da un primo ascolto è infatti di un compositore stilisticamente più formato rispetto al precedente con un idea musicale molto più solida (se si esclude ovviamente il già citato larghetto del precedente concerto) e che si permette un maggiore virtuosismo alla tastiera quanto un effetto coloristico nell'orchestra maggiore, in grado di definire più incisivamente un personale apporto al dialogo con il pianoforte. Ad un primo tempo che mette in più punti alla prova l'esecutore, è interessante notare ancora il grande effetto di contrasto che si crea con il secondo movimento, nonché, per rimarcare quanto detto sopra e che qui si esplicita in maniera ancora più evidente, l'assoluta maestria nel cantabile, in grado, per la prima volta nei due lavori strumentali, di aprirsi ad un respiro musicale che lascia perfettamente ed ampiamente presagire l'evoluzione della forma concerto che da lì a pochi anni sarebbe proseguita con Mozart e poi portata a compimento definitivo con Beethoven, peraltro grande ammiratore non a caso proprio del compositore italiano per cui fu per breve tempo anche allievo. L'ultimo tempo conclusivo dà un saggio dell'invenzione musicale perfettamente matura anche al di fuori dell’ambito teatrale con un tema e variazioni su tempo di minuetto che prosegue quel discorso di brillantezza e virtuosismo che caratterizzavano il primo movimento.

Dati editore
INDIRIZZO: Kanaalstraat 2-4 - NL-8933 - Al Leeuwarden - Olanda
TELEFONO: +31 0582948 700


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