INTERVISTE



Ryan D'Herde intervista Alessandro Cazzato, Dario Doronzo e Pietro Gallo durante le pause della sessione di registrazione dopo il concerto alla Carnegie Hall
Il 13 luglio 2017 presso la Weill Recital Hall della prestigiosa Carnegie Hall di New York City il violinista Alessandro Cazzato, il flicornista Dario Doronzo e il pianista Pietro Gallo hanno realizzato un interessante e inedito concerto dal titolo “Rewritings – Recital in Two Sketches”, ricevendo il favore del numerosissimo pubblico in sala che li ha ripagati con una calorosa standing ovation.
L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto “Il Suono Italiano” (CIDIM) e presentato da “Acusma” con il supporto dell’IIC – Istituto Italiano di Cultura di New York e della SIMC (Società Italiana di Musica Contemporanea).

Cogliamo l’opportunità di intervistarli prima del loro ritorno in Italia.

Come è stato recepito dal pubblico il concerto incentrato sulla “riscrittura”? Sulla base di quali studi è stato scelto il programma? «Fil rouge del concerto è stato il tema della “riscrittura” – afferma Cazzato – che congiunge due mondi così diversi quali la musica colta contemporanea e il più liquido Jazz moderno. La tematica della “riscrittura” prende spunto dai miei personali studi letterari: essa è una specifica pratica intertestuale nata dal e nel confronto fra testi (non solo musicali) che si richiamano a vicenda, a distanza di tempo e di spazio, in modo tale che l’uno “illumini” l’altro, esaltandone un carattere o evidenziandone una differenza. La contaminazione di generi e di stili è molto apprezzata qui a New York, perché capace di coinvolgere un pubblico sempre più ampio, offrire musica nuova e inediti percorsi di ascolto».

Come si articola la collaborazione artistica tra di voi? «Il programma proposto si articola in due parti, in due diversi sketch – ci spiega sempre Cazzato – in cui convivono le nostre due personalità: la mia anima più classica volta alle sperimentazioni della musica contemporanea colta e il jazz più lirico con uno sguardo al passato. Nel primo sketch ho personalmente proposto un percorso nel virtuosismo italiano, dai Capricci di Antonio P. Locatelli e Cammillo Sivori (purtroppo ancor oggi poco conosciuti) fino al capolavoro di Goffredo Petrassi Elogio per un’ombra, per concludere, infine, con due prime assolute di brani dei compositori Paolo Geminiani (dedicato a Paganini) e João Pedro Oliveira».

E la seconda parte del concerto? «Nel secondo sketch – ci spiegano, invece, Dario Doronzo e Pietro Gallo – abbiamo proposto una rilettura inedita in chiave jazzistica di celebri temi del repertorio operistico e strumentale italiano. La rilettura delle arie più significative di autori quali Claudio Monteverdi, Tommaso Giordani, Giovanni Paisiello, Pietro Mascagni, o dei brani strumentali di Domenico Scarlatti, può essere intesa come riflessione sui legami tra il linguaggio jazzistico europeo e il lirismo “made in Italy”. In altri termini, abbiamo smontato celebri lavori di stampo classico per poi rimontarli con modificazioni e variazioni sul piano melodico, armonico, timbrico, ritmico».

Quali sono le caratteristiche che vi hanno unito per condividere il palcoscenico? «Abbiamo presentato un concerto da due anime, diverse sì ma complementari – continuano Dario Doronzo e Pietro Gallo – in grado di realizzare un piacevole connubio tra musica classica, jazz e contemporanea. La voglia di voler manipolare e rimodellare le solide strutture della musica operistica con elementi provenienti dal fermento jazzistico di stampo europeo è stata la chiave di volta che ha creato un sinergico collante tra le nostre figure. Entrambi siamo stati educati a un suono asciutto e curato di stampo classico e successivamente abbiamo intrapreso studi jazz. Questo comune background ci ha permesso di lavorare insieme come un'unica mente e un solo strumento».

Progetti futuri? Avete progetti discografici? «Avviare la registrazione del progetto “riscritture” per flicorno e pianoforte – affermano Dario Doronzo e Pietro Gallo – e avviare l’AMMF (Apulian Metropolitan Music Festival), che ci vedrà impegnati nella valorizzazione musicale della nostra Puglia». Aggiunge Cazzato: «Realizzare il mio prossimo CD con musiche inedite per due violini per la Casa Discografica “Tactus” e impegnarmi nel valorizzare i miei giovani alunni del Conservatorio con nuovi stimolanti progetti e attività performative».

Ryan D’Herde
www.dherdeeast.com

New York 14 luglio 2017