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INTERVISTE
Ryan D'Herde intervista Alessandro Cazzato, Dario Doronzo e Pietro Gallo durante le pause della sessione di registrazione dopo il concerto alla Carnegie Hall
L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto “Il Suono Italiano” (CIDIM) e presentato da “Acusma” con il supporto dell’IIC – Istituto Italiano di Cultura di New York e della SIMC (Società Italiana di Musica Contemporanea). Cogliamo l’opportunità di intervistarli prima del loro ritorno in Italia. Come è stato recepito dal pubblico il concerto incentrato sulla “riscrittura”? Sulla base di quali studi è stato scelto il programma? «Fil rouge del concerto è stato il tema della “riscrittura” – afferma Cazzato – che congiunge due mondi così diversi quali la musica colta contemporanea e il più liquido Jazz moderno. La tematica della “riscrittura” prende spunto dai miei personali studi letterari: essa è una specifica pratica intertestuale nata dal e nel confronto fra testi (non solo musicali) che si richiamano a vicenda, a distanza di tempo e di spazio, in modo tale che l’uno “illumini” l’altro, esaltandone un carattere o evidenziandone una differenza. La contaminazione di generi e di stili è molto apprezzata qui a New York, perché capace di coinvolgere un pubblico sempre più ampio, offrire musica nuova e inediti percorsi di ascolto». Come si articola la collaborazione artistica tra di voi? «Il programma proposto si articola in due parti, in due diversi sketch – ci spiega sempre Cazzato – in cui convivono le nostre due personalità: la mia anima più classica volta alle sperimentazioni della musica contemporanea colta e il jazz più lirico con uno sguardo al passato. Nel primo sketch ho personalmente proposto un percorso nel virtuosismo italiano, dai Capricci di Antonio P. Locatelli e Cammillo Sivori (purtroppo ancor oggi poco conosciuti) fino al capolavoro di Goffredo Petrassi Elogio per un’ombra, per concludere, infine, con due prime assolute di brani dei compositori Paolo Geminiani (dedicato a Paganini) e João Pedro Oliveira». E la seconda parte del concerto? «Nel secondo sketch – ci spiegano, invece, Dario Doronzo e Pietro Gallo – abbiamo proposto una rilettura inedita in chiave jazzistica di celebri temi del repertorio operistico e strumentale italiano. La rilettura delle arie più significative di autori quali Claudio Monteverdi, Tommaso Giordani, Giovanni Paisiello, Pietro Mascagni, o dei brani strumentali di Domenico Scarlatti, può essere intesa come riflessione sui legami tra il linguaggio jazzistico europeo e il lirismo “made in Italy”. In altri termini, abbiamo smontato celebri lavori di stampo classico per poi rimontarli con modificazioni e variazioni sul piano melodico, armonico, timbrico, ritmico». Quali sono le caratteristiche che vi hanno unito per condividere il palcoscenico? «Abbiamo presentato un concerto da due anime, diverse sì ma complementari – continuano Dario Doronzo e Pietro Gallo – in grado di realizzare un piacevole connubio tra musica classica, jazz e contemporanea. La voglia di voler manipolare e rimodellare le solide strutture della musica operistica con elementi provenienti dal fermento jazzistico di stampo europeo è stata la chiave di volta che ha creato un sinergico collante tra le nostre figure. Entrambi siamo stati educati a un suono asciutto e curato di stampo classico e successivamente abbiamo intrapreso studi jazz. Questo comune background ci ha permesso di lavorare insieme come un'unica mente e un solo strumento». Progetti futuri? Avete progetti discografici? «Avviare la registrazione del progetto “riscritture” per flicorno e pianoforte – affermano Dario Doronzo e Pietro Gallo – e avviare l’AMMF (Apulian Metropolitan Music Festival), che ci vedrà impegnati nella valorizzazione musicale della nostra Puglia». Aggiunge Cazzato: «Realizzare il mio prossimo CD con musiche inedite per due violini per la Casa Discografica “Tactus” e impegnarmi nel valorizzare i miei giovani alunni del Conservatorio con nuovi stimolanti progetti e attività performative». Ryan D’Herde www.dherdeeast.com New York 14 luglio 2017 |