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La mia vita a passi di danza di Giuseppe Picone ISBN 978-88-6692-196-7 Collana: Dialoghi, Gremese Editore 2024 pp. 160, € 20,00 Shop Descrizione: La biografia appassionata che una delle nostre étoiles più luminose consegna a tutti gli appassionati: esce per Gremese “La mia vita a passi di danza” di Giuseppe Picone, un diario di vita affascinante, ricolmo di tanti – vari e veri - accadimenti, sopra e fuori il palcoscenico. Con la prefazione di Beppe Menegatti, Giuseppe Picone traccia un percorso artistico e umano pieno di enormi soddisfazioni, tra incontri speciali e tournées in giro per il mondo ma anche momenti duri e pillole amare, come quello della lunga degenza a New York che ha messo a repentaglio la sua carriera, o la difficile direzione del corpo di ballo del San Carlo, incarico che ha svolto dal 2016 al 2020. Nato in provincia di Napoli, Picone entrò giovanissimo alla scuola di ballo del Teatro San Carlo, infaticabilmente sostenuto dal maggiore dei suoi fratelli, Lello, a cui questo libro è dedicato. Il suo primo importante ruolo gli fu affidato ad appena dodici anni, con l’interpretazione di Nižinskij fanciullo in un balletto diretto da Menegatti ed interpretato da Carla Fracci, Vladimir Vasil’ev ed Eric Vu-An. Un’esistenza, la sua, da sempre vissuta in nome della danza che lo ha condotto verso una carriera trentennale trascorsa in giro per il mondo all’interno di prestigiose compagnie - dal Ballet National de Nancy all’English National Ballet, fino all’American Ballet Theatre – e che gli ha permesso di incontrare grandi coreografi e alcuni straordinari compagni di lavoro. Il volume è un racconto caratterizzato da un’amabile schiettezza e intriso di numerosi aneddoti, integrato da un ricco apparato fotografico che ne delinea gli episodi, nel pubblico e privato, maggiormente salienti. Un itinerario che Picone analizza con un originale spirito alla luce di acquisite emergenze interiori che lo hanno guidato verso scelte difficili e gli hanno permesso di superare gli ostacoli di un mondo difficile, ma sempre con una forte e intrinseca motivazione: “Non si può chiedere a noi stessi di dimenticare: le esperienze vanno semplicemente ricollocate, rimesse al posto giusto, con la maturità acquisita e alla luce delle esperienze successive. La danza è stata per me, fin da piccolo, la mia felicità, l’ancora di salvataggio, la passione più grande che avrei mai potuto sperimentare”. |