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Tutta l'orchestra minuto per minuto di Antonio Del Gaudio ISBN 978-88-6581-250-1, the Boopen editore 2011 pp. 103, 10,00 € Descrizione: Pensate a una società in cui tutta l'attenzione dei giornali, delle radio e delle tv sia concentrata sulla musica e non sul calcio. Tutto quello che ruota intorno all'universo del calcio in questo racconto è capovolto. I protagonisti sono un musicista e un calciatore, ai quali l'autore ha scambiato il destino, ambientando la loro vita in una società immaginaria e surreale. Il titolo è un affettuoso e nostalgico omaggio alla storica trasmissione radiofonica sportiva. La paradossale e utopistica storia che ho immaginato è ambientata a Napoli. L’Italia è una nazione che mette al primo posto la cultura. Rassegne teatrali, festival del cinema, premi letterali, mostre di pittura, scultura e concerti musicali monopolizzano il palinsesto televisivo. I protagonisti del racconto sono un violinista e un calciatore con un destino – se si considera la realtà attuale – completamente ribaltato. Il musicista, divo affermato della musica classica (fa parte dell’orchestra napoletana di serie A), è ricco, famoso e circondato d’affetto, vive da privilegiato perché gli stadi sono arene per le sfide tra le orchestre, i tifosi sono agguerriti conoscitori di musica classica e idolatrano i musicisti. Il calciatore, è invece solo a riflettere sul suo destino da disadattato in una società sommersa dalla cultura e per sopravvivere, mette in pratica ciò che sa fare – palleggiare - esibendosi ai ricevimenti, mentre la gente mangia e lo ignora (quello che faccio io, suonando). Le due vite parallele sono descritte nella loro quotidianità e nei capitoli sono innumerevoli i riferimenti, polemicamente comici, tra quello che è la vita reale e quella che ho immaginato. Lo stile letterale è diretto con un sottile sarcasmo, che trapela dalle considerazioni del calciatore, frustrato dallo schiacciante strapotere della cultura musicale che accentra tutta l’attenzione dei media. Se il violinista è un vincente, il calciatore, però non è un vinto perché, pur di non abbandonare la sua passione per il calcio, palleggia ai ricevimenti e ciò gli consente di coltivare la speranza che forse un giorno qualcosa possa cambiare. L’ultimo capitolo è un incontro fra i due protagonisti alla cena per la vittoria dello scudetto dell’orchestra napoletana, dove il calciatore è stato ingaggiato per palleggiare. Alla fine della cena scompare il violino del musicista. E’ stato uno scherzo? E se sì, chi è stato? Il musicista si dispera e nel delirio presume, che sia stato un calciatore a far sparire lo strumento. Il calciatore lo ignora, ma uscendo dal ristorante trova il violino del musicista ben nascosto dietro una pianta. Dapprima, è tentato di ignorare il ritrovamento del violino, poi pensa bene di avvisare il musicista. Per la prima volta un incontro “vis à vis” mai accaduto prima nel racconto tra i due protagonisti. Il calciatore legge negli occhi del musicista una similitudine esistenziale. L’emozione d’aver smarrito il violino e poi trovato spoglia il violinista della sua superbia, l’episodio lo libera da quella “spocchia” da divo. Il calciatore osserva il musicista, ne coglie particolari intimi e avverte che qualcosa in lui sta cambiando. Entrambi pur con un’attività professionale diversa, hanno una passione nel cuore che li sorregge nella vita e che li spinge in egual modo. La società in cui vivono premia il violinista questo è vero ma il sentire, la dedizione è la stessa. I due si parlano e anche se per pochi minuti, familiarizzano. Il calciatore interiorizza l’esperienza prova del sincero affetto per il musicista. Cosa avrebbe provato se gli avessero sortito lo stesso scherzo? E se qualcuno avesse nascosto il suo pallone da calcio regalatogli dal padre? Il racconto termina con il ritorno a casa del calciatore, il quale è commosso e allo stesso tempo appagato della sua quotidianità, ha capito – almeno sembra – che la sua vita pur se precaria, è comunque piena d’affetti e il gioco del calcio non lo abbandonerà mai. Ma lo assale un dubbio. Improvviso, come un raptus. Il Calciatore ritorna con la mente sull’episodio del violino scomparso e poi ritrovato. Chi è stato davvero a nascondere il violino? Non si saprà mai con certezza; ma il calciatore nell’ultima pagina ha un rigurgito d’orgoglio, lo assale un senso forte di appartenenza alla sua categoria da sempre ignorata dai media. Non può sopportare l’idea che il violinista, benché diventato poi suo “amico”, rimanga convinto che sia stato un calciatore a sottrarre il suo violino, anche solo per scherzo. Il Calciatore decide di credere al suo istinto. Si sfoga, con una frase finale: “Musicisti di...” Nonostante quel breve incontro colmo d’emozioni avuto pochi minuti prima, il calciatore forse anche in modo qualunquista, identifica definitivamente e senza remore nella musica e in tutto il suo mondo, l’unica causa della sua infelicità. |