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Il resto è rumore di Alex Ross ISBN 45262876 Collana Overlook, Bompiani 2009 pp. 896, 28,50 € Descrizione:
Perché Pablo Picasso e Jackson Pollock sono oggetto di comune conversazione (nonché di aste milionarie), T.S. Eliot viene citato persino dagli studenti liceali, e al contrario la musica classica del Ventesimo secolo è in genere vissuta con diffidenza mista a disagio dal grande pubblico? Eppure gli accordi atonali hanno una parte importante nel jazz, le colonne sonore dei thriller hollywoodiani pullulano di sonorità mutuate dall’avanguardia, e il cosiddetto minimalismo ha lasciato tracce profonde nella musica rock, pop e dance. L’autore non si sofferma solo sulle figure dei musicisti, ma anche sui dittatori, i mecenati miliardari e i dirigenti che tentarono di controllare la musica che veniva composta; gli intellettuali che si sforzarono di porsi come giudici in fatto di stile; gli scrittori, pittori, ballerini e registi che accompagnarono i compositori sui sentieri solitari della ricerca; il pubblico che osannò, vituperò o ignorò quanto i compositori proponevano; le tecnologie che cambiarono il modo di realizzare e ascoltare musica; e le rivoluzioni, le guerre calde e fredde, i flussi migratori e le profonde trasformazioni sociali che rimodellarono il contesto in cui si svolgeva l’attività musicale. Alex Ross è nato a Washington DC nel 1968. Ha studiato pianoforte, composizione e oboe. Ha frequentato Harvard, dove ha fatto studi di Storia europea, Letteratura inglese e Teoria musicale. Ross è il critico musicale del New Yorker dal 1996. Ha ricevuto due Awards ASCAP-Deems Taylor Awards per la critica musicale, è stato ammesso all’American Academy di Berlino e al Banff Centre, e ha ricevuto la Letter of Distinction dall’American Music Center per i suoi contributi nel campo della musica contemporanea. Il libro ha anche un sito proprio. |