Sinfonia dell'Aria

La Sinfonia dell'Aria è una sinfonia concertante.
Cioè, per chi non lo sapesse, è un incrocio tra una sinfonia e un concerto per strumento solista.

Ora, si dà il caso che i solisti nella fattispecie siano due, la Viola e il Contrabbasso. E che l'orchestra sia composta di soli strumenti a fiato e percussioni; questo organico inusitato ha rappresentato per me un aiuto, più che un limite: mi sono sentito infatti libero (non conoscendo altri lavori con questa formazione), libero di farmi trasportare da un umore piuttosto volubile.

Questa sinfonia (come del resto quasi tutta la mia musica) nasce dall'osservazione di fatti estranei alla musica, e dallo stupore che questi accadimenti mi suscitano.

Un cappello che vola via; il fumo di un camino, di una sigaretta, le sue volute; il viaggio delle nuvole, le onde che si frangono.

C'entra sempre l'Aria, non c'è che dire.

Qui si racconta del mio stupore davanti ad alcuni di questi eventi.

E si racconta anche un mito del vento, un mito antico di una fanciulla rapita dal vento del nord.

Perché parlo del mito? Perché gli uomini inventano i miti in preda allo stesso stupore che mi coglie quando vedo il tùrbine, o i nembi che si addensano e si allontanano tra di loro, si allontanano e si riavvicinano, e così via...

Si illudono, gli uomini, anzi si illusero, di spiegare il mistero con un altro mistero e ce lo consegna(ro)no così, il mito: un racconto pieno di fascino e mistero che spero di aver trasfuso almeno un po' in questo mio piccolo lavoro.

La Sinfonia dell'Aria è così suddivisa:

Introduzione (qui immaginatevi un signore col naso all'insù che scruta il cielo).

I. Nuvole in viaggio (ecco, qui immaginate che la sfaccendata osservazione dello sfaccendato signore di prima venga ripagata da una carovana di nuvole che si spostano, ora lente, gravide ed indolenti, ora veloci, imbizzarrite)

II. Borèa (ora il nostro amico ha un ricordo del Liceo: Orizia rapita da Borea; ricordo appannato del mito, tenerezza per la sorte della fanciulla; il Vento barbuto rapisce la giovane blandendola, con le armi della seduzione, della retorica, dell'inganno... ; non immaginate un ratto movimentato, violento, per favore! )

III. Tùrbine (facile, no?, ora davanti agli occhi del nostro "promeneur" si appresta una bella tempesta).

Alberto Cara