Qurba

SOTTOTITOLO:

per violino microtonale

ORGANICO:

violino

FORME:

strumento solo

PRESENTAZIONE:

Qurba è un lavoro profondamente lirico, sinuoso, gestuale.
Si compone di una reiterazione continua e ossessiva di gesti che abbracciano l’intero ciclo del climax (lirismo di partenza, virtuosismo nell’andamento sinuoso che la micro tonalità accentua ed esalta, e che con un continuo crescendo porta una esplosione di energia immediatamente ricomposta e via con un nuovo ciclo). Inoltre, sotto l’aspetto della tecnica violinistica si evidenzia il suonare prolungato su di una stessa corda che, al di là della difficoltà tecnica, crea delle uniformità timbriche, di colore, avvicinando la esecuzione, sotto l’aspetto gestuale, al processo pittorico.
L’uso della microtonalità – sia con la previsione di alcune corde scordate che nella intonazione di singoli suoni micro tonali- esaltata dalla sensibilità dell’esecutore, crea una infinità di spettri sonori intersecantesi in modo ossessivo e viscerale.
I due quadri, parte integrante dell’opera, non sono altro che la trasfigurazione del fatto sonoro: nella matericità e nel magma del colore ci sono i gesti e i segni del suono e dello strumento. Il pennello, lo strumento pittorico, diventa strumento musicale e i colori e le composizioni sono realmente una espressione esteriore di una impressione interiore viscerale che è stata indotta dal suono. Come non vedere in questi due quadri le lunghe pennellate che rispecchiano i cicli del climax della partitura?
In realtà Qurba è prima di tutto una idea: “mawaddat al qurba” in arabo significa l’amore senza limiti per ahl bayt. Storicamente ahl bayt non è altro che la discendenza di Maometto, i “puri per eccellenza” scelti da Allah: il più alto grado di purezza significa essere costantemente in uno stato di infallibilità.
Ma l’uomo può solo tendere a ciò. Qurba è quindi la tensione (climax) verso la purezza che però combatte con le impurità (la microtonalità, il colore) dell’essere.