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Epitaffio friulano per Pasolini
NOMI LEGATI ALL'OPERA:
ORGANICO:
violino, pianoforte
ANNO:
2022
NOTE:
liberamente ispirato a Il giorno della mia morte, tratto dalle
Poesie a Casarsa (1941-43)
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Esecuzioni
Esecuzione dal vivo
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Prima esecuzione assoluta
Titolo:
I luoghi di Pasolini memorie, visioni, passioni
Interpreti:
Data:
07 11 2022
Luogo:
Teatro Palladium, Roma - Italia
Emittente o ente organizzatore:
Nuova Consonanza
Note:
Per il progetto “I luoghi di Pasolini. Memorie, visioni, passioni” di Nuova Consonanza lunedì 7 novembre al Teatro Palladium (ore 20.30) il gruppo friuliano TKEnsemble - Federica Cassati contralto, Verena Rojc violino, Adele D’Aronzo pianoforte - è impegnato in un concerto di sole prime esecuzioni assolute per voce e strumenti che hanno come riferimento la poesia in friulano di Pier Paolo Pasolini. Le nuove musiche sono di Anna Bofill Levi, Giorgio Colombo Taccani, Matteo D’Amico, Fabrizio de Rossi Re, Carlo Galante, Paolo Longo, Davide Pitis, Stefano Procaccioli.
Nel complesso percorso personale e artistico di Pier Paolo Pasolini i luoghi in cui è vissuto costituiscono un elemento molto importante per lo sviluppo della poetica e del pensiero. La nascita a Bologna, il peregrinare nella giovinezza a Conegliano, a Belluno, nel Friuli, la maturità a Roma costituiscono solo alcune delle tappe che lo hanno portato ad assorbire l’ambiente circostante, nella forma di lingue, di culture popolari, di esperienze di vita. In un simile contesto, la poesia in friulano rappresenta una tappa significativa, che nel corso del tempo viene spesso associata all’infanzia e alle esperienze vissute nel periodo di permanenza nel Friuli. Sin dai primi anni Quaranta, con la raccolta Poesie a Casarsa (prima edizione del 1942), la scrittura in friulano ha scandito la vita di Pasolini e sarebbe stata ripresa nel tempo in alcuni altri lavori, come le raccolte La meglio gioventú (1954) e La nuova gioventú (1975).
Nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Pasolini, Nuova Consonanza e l’Associazione Culturale TKE hanno coinvolto alcuni compositori con lo scopo di confrontarsi con alcuni di questi testi. Ne deriva una rilettura a più voci, filtrata con gli occhi e con la sensibilità del presente, che rievoca luoghi, temi ed emozioni e che allo stesso tempo pone ulteriori questioni, riguardanti ad esempio l’interiorità, la musica, la lingua, la narrazione. L’attenzione di Anna Bofill Levi si concentra sul rapporto tra la musica, la parola e la musicalità del friulano mentre al centro del lavoro di Giorgio Colombo Taccani si colloca la riflessione sul rapporto tra narratività poetica e struttura compositiva. Le parole di Pasolini sono state fonte di ispirazione per Fabrizio de Rossi Re e Matteo D’Amico: se il primo ha composto un epitaffio a partire da una suggestione suscitata dalla poesia Il giorno della mia morte, D’Amico si è soffermato sull’immagine della rosa e soprattutto sulla figura della madre a partire dalla poesia Suspir de me mari ta na rosa [Sospiro di mia madre su una rosa]. Anche Rosade di Davide Pitis muove da più immagini poetiche, che risultano da un lato fortemente contrastanti, ma allo stesso tempo più intime e introspettive. Il rapporto tra il Friuli e la dimensione affettiva, che viene condensata nella lingua, si ritrova nel lavoro di Stefano Procaccioli, alla base del quale vi è la riflessione sull’importanza della lingua acquisita con il fine dell’espressione personale e poetica. Con Paolo Longo entriamo nel merito del rapporto di Pasolini con la natura, la quale assume la forma del ricordo associato a esperienze vissute. Una simile associazione avviene con il suono delle campane, evocato dalla poesia Ciant da li ciampanis, scelta come spunto per l’omonimo lavoro di Carlo Galante.
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