Sensus fidei




NOMI LEGATI ALL'OPERA:
Mirco De Stefani - compositore
ORGANICO:
4 voci


ANNO:
2012
DURATA:
4' 00''
FORME:
Mottetto


PRESENTAZIONE:
Per la Solenne Beatificazione del Servus Dei Giuseppe Toniolo.

Signore Gesù,
ti ringraziamo per averci dato
il tuo Servo Giuseppe Toniolo,
esemplare sposo e padre,
sapiente educatore dei giovani
dalla cattedra universitaria.
Egli ha dedicato la vita
interamente al tuo Regno,
nella testimonianza del Vangelo
come sorgente di salvezza
per la cultura e la società.
Fa’ che il suo esempio
ci spinga ad amarti
come egli ti ha amato.
La sua intercessione
ci sostenga e ci aiuti
nelle nostre necessità.
Ti ringraziamo
perché hai dato alla Chiesa,
che egli ha tanto amato e servito,
di poterlo onorare accanto a Te,
sui tuoi altari,
testimone di santità laicale
a gloria della Santissima Trinità.
Amen.


Comporre un brano di musica sacra è, oggi più che mai, una sfida che può apparire quasi persa in partenza. Non esiste, infatti, nell’attuale momento storico, una dimensione del sacro come elemento condiviso, universalmente accetto. Si avverte subito un certo inevitabile spiazzamento che scoraggia un approccio immediato verso ciò a cui mancano perfino le parole per tentare una qualche descrizione. Parole e musica vengono a confronto e si uniscono nel canto: questa è almeno l’unica certezza che ci è data di esprimere. Ma il prezzo da pagare è alto, e si gioca nei termini sofferti di un cammino ascensionale che resta comunque da percorrere, in vista di una meta da condividere. È appunto il motivo della condivisione che sta alla base di ogni indagine musicale sul sacro: musica sacra è ad un tempo espressione di solitaria meditazione, di silenziosa e appartata ricerca di un Assoluto, e oggetto reale da porgere a chi sta in ascolto. La dimensione dell’interiorità e quella della comunione si incontrano nell’ascolto e nel canto: è solo dal convergere di soggettività e donazione condivisa che può nascere un nuovo senso del sacro che vada al di là dei canoni di una sociologia musicale da tempo in palese difficoltà. Sono queste le considerazioni che hanno preceduto la composizione del mottetto Sensus fidei, a partire dal momento in cui il parroco di Pieve di Soligo mi propose di scrivere un brano “dedicato al Toniolo”: richiesta avvenuta il 21 ottobre 2011 ai funerali di Andrea Zanzotto nel duomo di Pieve, luogo dove riposano le spoglie del Toniolo. Proprio quell’Andrea Zanzotto con il quale avevo condiviso un lungo cammino artistico e umano, e che, nella raccolta IX Ecloghe (1962) aveva pubblicato l’elegia, a me ben nota, Per la solenne commemorazione della morte del “Servus Dei” G.T.
Tale cortocircuito di immagini, memorie e sensazioni, la sacralità del paesaggio in Zanzotto, le liturgie e le preghiere in cui i vivi e i morti vengono a reciproco incontro, il mio passato di organista a Pieve, hanno dato l’avvio ad una predisposizione d’animo attenta ad una possibile realizzazione di qualcosa che restava comunque in ombra, nel vago inconscio di una ricerca apparentemente rimossa.
Solo la provvidenziale lettura della Preghiera redatta dal Comitato per la beatificazione del Toniolo ha fatto scattare, dopo alcuni mesi, la messa in opera della composizione.
Nella mia esperienza, perché nasca una musica è sempre importante che avvenga un urto, un trauma nel quale forma e contenuto sprigionino da sé le idee compositive. Pochi elementi devono convergere a dar vita ad una forza che produce da sé le proprie strutture, con determinazione quasi genetica, fisica, in cui libertà e costrizione procedano parallele. Se manca questa strategia operativa, l’opera musicale diventa banale ripetizione di forme o, al contrario, vuoto sperimentalismo.
Due elementi strutturali entrano in gioco: la generazione di una cellula melodica minima che si ripete variata e dilatata per l’intero brano, data dalle note Si bemolle – Do – Re bemolle – Do, corrispondenti foneticamente alle sillabe del primo verso, Signore Gesù; la divisione del testo in quattro parti – corrispondenti, non a caso, al numero delle voci del coro: la prima, “esposizione”, la seconda, “sviluppo”, la terza (acme del brano), “fuga”, la quarta, “ripresa”. Ecco allora, che la musica, intesa come ars bene movendi (arte del muovere correttamente i suoni), si fonde con l’ars oratoria (arte del bene argomentare), in un connubio in cui forma e contenuto, parole e suoni creano quelle corrispondenze analogiche capaci di reggere e sostanziare un discorso coerente e dotato di senso proprio, con il fine classico di docere, movere, delectare (insegnare, commuovere, dilettare). Siamo dunque ritornati, dopo il breve excursus, al titolo del brano: Sensus fidei. Nella sua accezione teologica significa sentimento della fede, ed è quella capacità che ha ogni credente di sviluppare una propria sensibilità nei confronti delle verità della fede, così che l’insieme delle convinzioni e intuizioni viene naturalmente a convergere attorno ai grandi temi della religiosità, partendo dal basso, dalla comunità dei credenti, e fondendosi con le dottrine della Chiesa. È ciò che è avvenuto in tanti anni per il processo di beatificazione di Giuseppe Toniolo: uno spontaneo concrescere di opinioni, iniziative e studi attorno ad una figura di intellettuale laico che ebbe il merito di riassumere in sé un insieme eccezionale di comuni virtù, portate all’estremo grado di purezza e tensione. Mirco De Stefani







Esecuzioni

Esecuzione dal vivo
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Prima esecuzione assoluta
Interpreti:
Data:
29 04 2012
Luogo:
Basilica di San Pietro in Vaticano, Città del Vaticano - Stato della Città del Vaticano


Registrazioni

Formato:
CD
Titolo:
Beato Giuseppe Toniolo - Sensus fidei
Editore:
Rivoalto, Venezia
:
Numero di catalogo discografico CRR1209 - 2012
Interpreti:
Cristina Nadal (soprano), Silvia Bonesso (contralto), Francesco Cortese (tenore), Francesco Lubini (basso)