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Winterdrafts
SOTTOTITOLO:
Brezze d'inverno 1 - Polisemie sinfoniche per un primo capitolo autobiografico
NOMI LEGATI ALL'OPERA:
Manuel Chieregato - compositore
ORGANICO:
2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti in si bemolle, 2 fagotti, 2 corni in fa, 2 trombe in si bemolle, timpani, glockenspiel, xilofono, marimba, archi (violini I, violini II, viole, violoncelli, contrabbassi)
ANNO:
2011
DURATA:
9'
54''
FORME:
Sinfonica
PRESENTAZIONE:
Inverno del 1992. Avevo 14 anni. Coi coetanei del mio quartiere, ero in ritiro spirituale a Siusi per la preparazione
alla Confermazione. Una sera spettacolare di vento e neve, mi sottrassi alle ore di dottrina. Riconobbi i mio rifugio
ideale nella stube [1] e m'appollaiai sulla ofen [2], per dare sfogo alla voglia del momento: orchestrare la PRIMA
SONATA per pianoforte di Salvatore Sciarrino. Ancora oggi, dopo tanti anni, non saprei spiegare esattamente ciò
che provai di fronte a quello spartito, tuttavia mi sono convinto che Cristoforo Colombo dovesse aver provato qualcosa
di assai simile, quando, tra i flutti dell'oceano, avvistò terra ferma all'orizzonte.
Frattanto, dalla finestra, mi godevo la vista sul mondo che mi stava attorno: la neve fioccava, il vento soffiava e l'auto della catechista gelava. Gli anni successivi, avrebbero visto venire alla luce la prima stesura e i rimaneggiamenti del mio doppio corale (omoritmico e, in un certo senso, monocromatico) per 7 oboi e 7 heckelofoni, sintesi di suggestion! estetiche disparate provenienti dalle arti visive (gli acromi di P. Manzoni, piuttosto che i monocromi di Y. Klein) e dalla tradizione musicale (la policorarità veneziana da G. Gabrieli a L. Nono passando per B. Maderna e la compostezza austera di J. S. Bach), la cui materia prima sono i canti liturgici postconciliari che la memoria, per sua natura, elaborava ricordandoli. 20 anni dopo, una salutare boccata d'aria, un tagliente vento invernale, una corrente siberiana, scompiglia Ie carte e manda gambe all'aria le omoritmie con tutto il loro peso; un'incessante fioccare di neve inghirlanda le pianeggianti distese dei due cori fino a seppellirle sotto diversi metri di gruppetti e mordenti; al disgelo, la primavera, che è già all'orizzonte, riaffresca, con la sua ben piu ricca tavolozza orchestrale, la monocromaticità degli strumenti uguali, voluti nella versione primordiale di ciò che ora è così divenuto un draft (da cogliersi nella portata polisemica del lemma inglese) del e sull'inverno. WINTERDRAFTS è un progetto vasto per un'esplorazione musicale (di cui la presente sinfonia è solo il primo traguardo tagliato), che intende offrire un ritratto, per quanto incompleto e abbozzato, dei venti invernali che ne hanno tenuto a battesimo i lavori e della stagione, paradossalmente propizia, che li ha portati con sé. Se già questa nuovissima edizione (si può ben dire, completamente riveduta, corretta e ampliata) del vecchio doppio corale - vero cuore di questo primo numero di WINTERDRAFTS - si dimostra debitrice di molta tradizione (piu o meno recente) che ne ha sollecitato e sostenuto l'inedita espressione (non da ultimo, ad esempio, il VENTO D'lNVERNO per pianoforte di F. Chopin), il progetto delle realizzazioni che verranno tradiscono del tutto le intenzioni di un compositore "intensamente legato alia tradizione, in quel senso contraddittorio e dialettico che intende il rinnovamento musicale come prosecuzione e al contempo modificazione della tradizione". Invero, le parole qui poste tra virgolette sono quelle che Dietmar Polaczek, nella traduzione italiana di Gabriel Cervone, usò per presentare la musica di B. Maderna in occasione d'un'incisione per la Deutsche Grammophon: non me ne s'abbia a male, se ora dimostro l'impudenza di riconoscermici. WINTERDRAFTS 1 è la prima nicchia compiuta di un ben piu vasto cido d'affreschi musicali, che intendono non solo riappropriarsi della tradizione musicale (rivivendola in sé!), ma anche raccontare il rapporto complesso che si può intrattenere con l'inverno. [1] Stube. Nel mondo montano di lingua tedesca, indica la stanza per antonomasia, cioè l'unica riscaldata, il soggiorno. [2] Ofen. E' la tipica stufa locale su cui si può anche stendere la biancheria, giocare, leggere, meditare e dormire.
NOTE:
Dedicato a Tiziana Comis
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