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L'isola di Patmos
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		SOTTOTITOLO:
	 
		musica elettronica in ottofonia	 
		NOMI LEGATI ALL'OPERA:
	 
		ORGANICO:
	 
		elettronica	 
		ANNO:
	 
		2011	 
		FORME:
	 
		elettronica	 
		PRESENTAZIONE:
	 
		L'opera è stata realizzata per il primo concerto della stagione  di concerti della Fondazione san Fedele di Milano: concerto in forma di drammatizzazione, ovvero 
proposta di un itinerario di ascolto come viaggio nel dramma della 
storia, partendo questa volta da una tematica legata al libro 
dell’Apocalisse. Due opere in programma che alternano due modi di vivere
 nel tempo: quello dell’attesa dell’ultimo giorno (Montalti) e quello 
della venuta del Signore, ovvero della cessazione del tempo (Messiaen). 
Introdurrà il concerto una nuova opera di musica elettronica del giovane
 compositore romano Vittorio Montalti, L’isola di Patmos. Il titolo 
rinvia all’indicazione di luogo in cui si trovava l’apostolo Giovanni a 
causa della paorla di Dio e della testimonianza resa a Gesù (Ap 1,9) 
all’inizio della sua visione. “ La composizione – spiega Montalti – 
parte da un materiale molto semplice che, grazie ad una serie di 
processi, si sviluppa per dare vita ad un arco narrativo articolato. Ne 
deriva così il possibile racconto di una vita, una vita in cui siamo 
chiamati a scegliere tra il Bene ed il Male nell’attesa della fine dei 
tempi”. L’isola di Patmos è un omaggio a Olivier Messiaen, in 
particolare ai 70 anni della prima esecuzione del suo Quatuor pour la 
fin du temps, seconda opera in programma. Si tratta di uno dei 
capolavori musicali del ‘900. È stato scritto in un campo di 
concentramento nazista della Silesia ed eseguito per la prima volta in 
un’ala di questo campo il 15 gennaio 1941 da Messiaen al pianoforte ed 
altri tre musicisti, assieme a lui prigionieri di guerra. Nonostante la 
neve, il freddo, le condizioni precarie degli strumenti, i prigionieri 
spettatori seguirono il concerto come una rivelazione, con un’attenzione
 e una concentrazione che marcarono a vita Messiaen. Il Quartetto si 
ispira a un passaggio dell’Apocalisse caro a Messiaen: l’angelo che 
annuncia la fine del tempo. Si articola in otto movimenti: 7 è il numero
 perfetto, l’ottavo brano è fuori dal tempo e prolunga in eterno il 
riposo del settimo giorno del libro della Genesi. 1. Liturgia di 
cristallo. Al mattino, risveglio degli uccelli: un merlo o un usignolo 
solitario improvvisa un canto, circondato da uno scintillio di suoni, da
 un alone di trilli che si perdono alti tra gli alberi. Si trasponga 
tutto ciò su un piano religioso ed ecco che si ottiene l’armonioso 
silenzio del Paradiso. 2. Vocalizzo per l'Angelo che annuncia la fine 
del Tempo. Evocazioni della forza del possente angelo, incoronato da un 
arcobaleno e vestito di nubi, che posa un piede sul mare ed un piede 
sulla terra. Nella sezione centrale, impalpabili armonie celesti. Al 
piano dolci cascate di accordi blu-arancio, che abbelliscono con la loro
 sonorità distante la melopea del violino e del violoncello. 3. Abisso 
degli uccelli. L'Abisso è il tempo, con le sue tristezze, i suoi 
scoramenti. L'uccello è il contrario del Tempo; è il nostro desiderio di
 luce, di altezze, di arcobaleni, di canti gioiosi! 4. Intermezzo. 5. 
Lode all'Eternità di Gesù. Gesù qui è il Verbo. Una grande frase, 
infinitamente lenta, al violoncello, magnifica con amore e riverenza 
l'eternità di questo Verbo dolce e potente, "che gli anni non possono 
consumare". Maestosamente la melodia si appiana, in una sorta di 
lontananza tenera e somma. "In principio era il Verbo, e il Verbo era in
 Dio, e il Verbo era Dio". 6. Danza furiosa per le sette trombe. Brano 
ritmico. I quattro strumenti, all'unisono, rievocano le sonorità di gong
 e trombe (le prime sei trombe dell'Apocalisse messaggere di diverse 
catastrofi, la tromba del settimo angelo annuncia la consumazione del 
mistero di Dio). Musica di pietra, formidabile granito sonoro; 
irresistibile movimento d'acciaio, d'ebbrezza glaciale. 7. Vortice 
d'arcobaleni per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo. Appare 
l'Angelo pieno di forza, e soprattutto l'arcobaleno che lo incorona 
(l'arcobaleno, simbolo di pace, di saggezza, di tutte le vibrazioni 
luminose e sonore). - Durante i miei sogni, sento e vedo accordi e 
melodie conosciute, colori e forme note; poi, dopo questa fase 
transitoria, passo all'irreale ed esperisco con estasi un vortice, una 
compenetrazione circolare di suoni e colori sovrumani. Queste lame di 
fuoco, queste colate di magma blu-arancio, queste stelle improvvise: 
ecco lo scompiglio, ecco l'arcobaleno! 8. Lode all'Immortalità di Gesù. 
Lungo solo di violino, funge da contraltare al solo di violoncello del 
quinto movimento. Perché questa seconda Lode? Perché s'adatta più 
precisamente al secondo aspetto di Gesù, al Gesù uomo, al Verbo fatto 
carne, che resuscita immortale per comunicarci la sua via. Ed è tutto 
amore. Il suo lento salire verso il picco, rappresenta l'ascesa 
dell'uomo verso Dio, del Figlio verso il Padre, della creatura 
divinizzata verso il Paradiso.
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		Esecuzioni
	
	|   Esecuzione dal vivo   . Prima esecuzione assoluta  Titolo: Canto di speranza in un campo di prigionia  Interpreti: Daniele Amidani (elettronica), Francesco Maria Paradiso (regia del suono)  Data: 01 10 2011  Luogo: Chiesa di S. Fedele, Milano - Italia  Emittente o ente organizzatore: Fondazione Culturale San Fedele   Ciclo di esecuzioni: San Fedele  - Stagione musicale  | 
		Edizioni a stampa
	
	|  |   Partitura   Editore:  | 
 
                         
                         
                         
                         
					 
		