Quintessence

Quintessence è il distillato di tutti gli elementi che caratterizzano i cinque strumenti a fiato, le cui singole individualità si fondono per dare vita ad una sola voce. Questa è l’immagine da cui prende forma il mio pezzo.

Nella prima parte, i suoni danzano insieme e questo intreccio plasma nuove e uniche figure musicali. I gesti prevalenti di questa prima sezione sono ff e molto piano. L’ebbrezza di questi timbri emana la sensazione di un doppio quintetto creando così echi che si spargono nell’aria, come un profumo trasportato da un lieve soffio di vento.

La seconda parte si caratterizza per la presenza di una pulsazione che diventa quintessenza. Come delle gocce d’essenza sempre uguali tra loro, continuamente increspate, le voci dei cinque strumenti fluttuano e si condensano frizzanti nell’aria fino a formare una costellazione di bagliori che progressivamente diventano lampi di luce più lunghi continuamente interrotti dalle residue pulsazioni che resistono all’estinzione.

Il quinto elemento della terza zona è il clarinetto in mib che esplode in frenetici lapilli che riecheggiano atmosfere free jazz. Il tocco del clarinetto è come un’improvvisazione scritta su cui gli accordi degli altri 4 strumenti scandiscono il tempo cambiando le armonie in maniera veloce ed improvvisa. Di qui, complici anche gli altri strumenti, si susseguono brevi interruzioni, che sono il trionfo dell’individualità. Ma è da questa frammentazione che il suono assurge alla cristallizzazione.
Si snodano così due sequenze pulsanti indipendenti l’una dall’altra, che si dilatano in maniera irregolare sino a raggiungere gli estremi del registro ed, una volta realizzati, precipitano l’uno verso l’altro, cercando la nuova unione d’ogni singola individualità: la Quintessenza.