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Natura viva
NOMI LEGATI ALL'OPERA:
Marco Betta - compositore
Ruggero Cappuccio - autore testo Teatro del Maggio Musicale Fiorentino - committente
ORGANICO:
voce recitante, 3 soprani, 2 mezzosoprani, orchestra da camera
ANNO:
2010
FORME:
Opera
PRESENTAZIONE:
Natura viva è un racconto di stati e momenti vissuti, percepiti
e immaginati. La meravigliosa poesia e l’architettura metafisica del
libretto di Ruggero Cappuccio mi hanno subito affascinato, sono partito
dal testo immaginando una musica corrispondente alla narrazione teatrale
e letteraria che potesse evocare e disegnare strati e livelli di
dimensioni parallele e altre. Ho tentato di scavare nel senso profondo e
nel suono delle parole, ho provato a raccontare la mia terra, le mie
esperienze, i miei percorsi nell’ambito della musica. Per una
gradevolissima coincidenza Natura viva nascerà a Firenze, città
nella quale ho studiato frequentando i corsi del G.A.M.O. con Armando
Gentilucci negli anni che vanno dal 1987 al 1990. A Firenze è iniziato
il mio cammino compositivo, con le esecuzioni delle mie prime
composizioni da camera, e del mio primo lavoro per orchestra Senti
l’eco. Natura viva prosegue il percorso musicale avviato con Sette
storie per lasciare il mondo, opera per musica e film realizzata
con Roberto Andò nel 2006, nella quale recitazione e canto si legano
insieme in unico affresco. La musica per Natura viva nasce
dalle ceneri e dai frammenti delle musiche di scena per il lavoro Paolo
Borsellino essendo stato di Ruggero Cappuccio. L’organico da
camera utilizzato è una sorta di omaggio e di esercizio di stile nel
segno della tradizione dell’opera da camera della fine del secolo scorso
pensando a The Turn of the Screw di Benjamin Britten da Henry
James. In Natura viva sei donne governano l’anima della storia:
la protagonista Luce è una voce recitante con sezioni libere nelle
quali il testo diventa la clessidra che definisce le forme aperte
strumentali. Tre soprani, Beatrice, Greca e Rosarìa e due mezzosoprani,
Santa e Hairà costituiscono il cast vocale. Le parti cantate si fondono e
si sovrappongono con la recitazione, talvolta emergono canzoni e
ninne-nanne nelle quali le cantanti recuperano la tradizione del canto
popolare e dell’aria d’opera. A tratti emergono ruderi di madrigali e
ipotesi di coralità da tragedia greca. La musica diventa un lago nel
quale echeggia il senso e il suono delle parole, una sorta di conchiglia
attraverso la quale ascoltare il ritmo mentale della lettura del testo,
uno specchio nel quale scorgere il nostro profilo. In ogni
rappresentazione artistica cerchiamo tracce e segni nei quali possiamo
riconoscere e trovare cose, situazioni, idee che ci appartengono, che ci
rappresentano, che ci raffigurano. Ascoltatori, interpreti e
compositori vivono sugli argini di uno stesso fiume. Comporre un’opera è
in qualche modo come guidare tra correnti di vento, musica e testo
devono fondersi in modo da dare vita a una marea unica, un singolare
flusso di elementi che si liquefanno e danno origine al teatro musicale.
La città di Palermo nell’opera è per me un labirinto e un perimetro
emozionale, pensieri, frammenti di vita vissuta, ferite, segni si
mescolano con l’idea della luce, delle architetture, del mare che non si
vede e al quale non si arriva. La mia Palermo dell’opera è un
contenitore di memorie e ombre dalle cui mura emergono suoni di culture
antiche. Opera simbolica e incorporea Natura viva riflette e
rappresenta tre apparizioni di morte per giustizia, per arte e per amore
attraverso la materializzazione delle ombre della mente di Luce,
personaggio centrale dell’opera che fa nascere le immagini delle proprie
visioni evocando Borsellino, Caravaggio e se stessa come in un teatro
di figure, pensieri, sogni. Tutta la musica accoglie materiali che
contraddistinguono il mio percorso musicale fin dagli inizi della mia
attività: frammenti di canti di carrettieri siciliani, strutture
tetracordali immaginate come memorie delle antiche musiche per le
tragedie greche, frammenti di madrigali, antiche linee di canto popolare
sospese tra i melismi vocali delle culture musicali mediterranee e le
melodie luminose di Vincenzo Bellini, relitti e frammenti di
contrappunti seriali, echi di strutture e agglomerati armonici del
periodo classico che fluttuano come apparizioni. Ho cercato anche di
ritrovare i segni che mi hanno influenzato e che mi hanno dato la
possibililtà di comporre i miei racconti musicali, le evoluzioni e i
cieli del mio maestro Eliodoro Sollima, Le onde e le luci di Armando
Gentilucci, i silenzi e i venti di Salvatore Sciarrino, il mare e
l’orizzonte di Bruno Maderna, la calligrafia, i fiumi e le filigrane di
Francesco Pennisi e Toru Takemitsu.
Marco Betta |
Esecuzioni
Esecuzione dal vivo
.
Prima esecuzione assoluta
Interpreti:
Chiara Muti (voce recitante), Rachele Stanisci (mezzosoprano), Erika Pagan (soprano), Nausicaa Policicchio (soprano), Sara Allegretta (soprano), Chiara Fracasso (mezzosoprano), Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (orchestra), Aldo Sisillo (direttore)
Data:
15 06 2010
Luogo:
Teatro Goldoni, Firenze - Italia
Emittente o ente organizzatore:
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Ciclo di esecuzioni:
Maggio Musicale Fiorentino
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