Selah

ORGANICO:

sestetto darchi

PRESENTAZIONE:

Selah (dalla radice “Sela”) è qui inteso come “preghiera che connette”, canto che stringe in stretto legame chi lo recita. Rievocazione delle primitive forme della liturgia ebraica, esso si propone quale rituale che prevede la presenza di voci (canti di supplica o lode) e strumenti (arpa, cetra, flauto e percussioni), reso da tecniche esecutive giocate su effetti percussivi sulla cassa degli strumenti, su particolari pizzicati in tremolo o arpeggiati, effetti di armonici in glissando, suoni vibrati, uso del microintervallo. Gli archi sono trattati sia come un unico organismo che in coppie timbriche, come voci diverse che nell’esporre il canto si sostengono reciprocamente. All’interno di modalità arabe e con procedimenti che ricordano l’antica cantillazione, l’idea iniziale si ripropone sempre sotto nuove sembianze. L’intero “processo” alterna momenti dinamici a momenti statici con effetti di stereofonia ed amplificazione che, grazie alla disposizione degli strumenti in doppio trio, sfruttano alcune tecniche mutuate dall’elettronica (pan-pot, spazializzazione, loop, modulazione d’ampiezza, modulazione di frequenza) fino alla sezione accumulativa in cui le diverse idee già esposte si accavallano e si confondono rimbalzando dai violini ai violoncelli sostenuti dalle viole che si muovono come fascia sonora.

Il canto può ora ritornare, perdendosi in un fascio di luce cangiante.

Partitura