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Claudio Jacomucci
CONTATTI
INDIRIZZO: via della Rinascita 15
CAP: 61020
CITTA': BORGO SANTA MARIA
TELEFONO E FAX: +39 0721 202090
E-MAIL:
info@claudiojacomucci.com
SITO WEB:
http://www.claudiojacomucci.com
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categorie: Fisarmonica classica
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Descrizione
Fisarmonica classica
(repertorio solistico e cameristico contemporaneo)
(repertorio solistico e cameristico contemporaneo)
Biografia
.
Diplomato in fisarmonica classica con lode al
Conservatoire Nationale de Grenoble nel 1992, nel 2000 si è diplomato
come insegnante di Tecnica Alexander all’Alexander Technique Centre di
Amsterdam.
Ha vinto molti concorsi internazionali come il Grand Prix International d
Accordeón di St. Etienne (Francia 1988), Trofeo Mundial C.M.A. a Cuenca
(Spagna 1990), Premio Cittá di Castelfidardo (Italia 1990) ed Arrasate
Hiria (Paesi Baschi 1994).
Ha suonato in Europa, USA, Turchia, Cina, Messico, Russia in numerosi
festival e istituzioni internazionali.
È fondatore ed insegnante dell'Accademia Fisarmonicistica Italiana
(Amsterdam/Urbino).
Ha inciso per Schott Wergo, W & B Music, Bridge Records,
Stradivarius, Da Capo Records, Da Vinci Publishing, Ema Records e
registrato per Radio3 RAI, ORF, DeutschlandRadio, Canal Clásico RNE2,
Radio Vaticana, SFB, RSI, Radio Unam-Mexico, RadioFrance.
Ha scritto libri sulla tecnica della fisarmonica pubblicati da Bèrben in
italiano, inglese e croato, e curato pubblicazioni della collana Modern
Accordion Perspectives.
Attualmente vive ad Amsterdam ed è docente di fisarmonica al
Conservatorio G. B. Pergolesi di Fermo.
VIE DI FUGA Note al programma di Guido Giannuzzi
Il contrappunto è una tecnica di composizione la cui forma più
elementare è il canone, formato da diverse frasi musicali che vengono
però eseguite simultaneamente. Dal canone deriva poi il ricercare, in
cui le voci si ricercano – appunto – a vicenda per ritrovarsi tutte
insieme in un accordo finale, rassicurante e risolutivo. Fino a tutto il
Cinquecento il contrappunto era sovrapposizione e intreccio di melodie,
che si componevano l'una dopo l'altra, con quella che oggi si dice
visione orizzontale della musica. Col Seicento si svilupparono i
concetti di armonia e accordo, così che la tecnica contrappuntistica
passò a una seconda fase, in cui la melodia di base e il contrappunto
che vi si costruisce attorno furono condizionati dalla logica
dell’armonia, dando vita a una visione verticale della musica.
L'arte del contrappunto trovò poi la massima espressione strutturale
nella fuga bachiana, sviluppatasi dalle esperienze rinascimentali di
imitazione rigorosa (come il canone e il ricercare). L’offerta musicale
BWV 1079 e L’arte della fuga BWV 1080 furono le ultime composizioni di
Bach e rappresentano i vertici della sua opera dal punto di vista delle
possibilità contrappuntistiche.
Nel gennaio 1974 il musicologo Olivier Alain scoprì alcune composizioni
manoscritte nella terza pagina di copertina della copia delle Variazioni
Goldberg che faceva parte della collezione di Paul Blumenroeder,
sfuggite fino allora all'attenzione degli studiosi. Accurate perizie
chiarirono poi che il libro di Blumenroeder era la copia a stampa che
l'editore aveva donato a Bach dopo la pubblicazione dell'opera. La
pagina manoscritta conteneva quattordici pezzi in forma di canone –
conosciuti oggi come Canoni “Goldberg” BWV 1087 – realizzati da Bach
sulle prime otto note di basso dell’aria delle Variazioni Goldberg.
Conlon Nancarrow, compositore americano che attraversò tutto il secolo
scorso, scrisse molti brani per pianoforte a rullo non partendo dalla
tradizionale partitura cartacea, ma tracciando direttamente sul rullo
particolari disegni geometricamente complessi. Nancarrow diffidava delle
imperfezioni e dei limiti tecnici del pianista, preferendo quindi
l’inesorabile meccanicismo del player piano, mentre alcuni suoi
contemporanei tendevano a sfruttare proprio le imperfezioni della
struttura fisica e nervosa dell’essere umano, per liberare le
potenzialità inaspettate della composizione scritta, con l’idea di
accrescerne la qualità.
Comporre un canone per voci e strumenti comporta due possibilità di
scelta – semplificando molto il ragionamento: si può scrivere per la
voce usando intervalli ravvicinati, tipicamente vocali fino dalla
polifonia antica, ma in questo modo gli strumenti fanno fatica a
esprimere le loro caratteristiche, dovendosi adattare a essa. Oppure, si
scrive dal punto di vista dello strumento, costringendo il canto ad
assumere un carattere strumentale. Nei Cinque Canoni op. 16 – composti
tra il 1923 e il 1924 per soprano, clarinetto e clarinetto basso – Anton
Webern optò per la seconda opportunità, creando delle invenzioni
canoniche più strumentali che vocali, in cui è la voce a seguire gli
strumenti e mai il contrario.
Molto spesso nel corso del Novecento, gli artisti si sono cimentati con
la creazione di limiti severi al loro lavoro, utili paradossalmente a
svelarne le potenzialità nascoste: si pensi all’opera pittorica di Mark
Rothko, agli Esercizi di stile di Raymond Queneau o al film Le cinque
variazioni di Lars von Trier. In ambito musicale, tra gli esperimenti
più riusciti, vi è la Musica Ricercata di György Ligeti, una raccolta di
undici brani composti tra il 1953 e il 1955: il primo brano è costruito
solo su due note, passando a tre note nel secondo brano, quattro note
nel terzo, e così via, per poi aumentare progressivamente fino ad
arrivare in fondo, usando tutte e dodici le note della scala cromatica.
L’ultimo brano fu pubblicato autonomamente anche come Ricercare per
organo – Omaggio a Girolamo Frescobaldi, nel 1953. (G. G.)