Maura Capuzzo compositrice
1 - Come passa il suo tempo?
La pandemia mi ha sorpreso in un momento molto particolare. Per una serie di motivi da alcuni mesi sono tornata
a vivere a Monselice, nella casa materna, a pochi kilometri da Vò euganeo. Il mio autoisolamento è iniziato subito, il 23 Febbraio.
In questi mesi il tempo è trascorso fra disparate situazioni emotive. Dal senso dell'angoscia per la perenne incertezza che questa pandemia porta con se a momenti di autodeterminazione e riorganizzazione vitale. E' un tempo lento, come quello degli uccellini gabbia o dei criceti che corrono nella ruota della loro gabbietta. Passo delle belle nottate a condividere ascolti musicali con un paio di amici: Youtube è la nostra biblioteca e ascoltiamo e parliamo a ruota libera scoprendo molta musica e autori. Ho le video-chat con le mie amiche sparse fra Europa e Asia e SudAfrica che sono altrettanto belle.
2 - Di cosa si sta occupando?
Una parte del mio tempo ed energie è dedicata alla riorganizzazione, quasi totale, della didattica dell'insegnamento dei corsi che devo tenere in questo semestre in Conservatorio. Ho dovuto rivoluzionare l'impostazione e il materiale e devo tenere sotto ferreo controllo trenta studenti. Riguardo la composizione nonostante i miei tentativi, sino a quando non ho capito che l'epidemia italiana stava svalicando il picco, la mia fantasia creativa, nonostante scadenze incombenti, ha rifutato di esistere. Era diventata un buco nero rinsecchito e relegato nell'angolo più remoto della mia immaginazione o dei miei desideri. Impossibile portarla in vita. Qualcosa è cambiato negli ultimi giorni e il desiderio e lo stimolo per scrivere sta ritornando e sta trovando i suoi spazi.
3 - Cosa propone di vedere e ascoltare della sua musica?
Scura e incerta la lunga leggerezza del mare, per sassofono e percussioni. Scritta nel 2018-19 per il Duo Dubois e da loro appena incisa nel lavoro discografico chiamato Susù ;
Portami con te nel mattino vivace, per pianoforte solo. Fu scritto nel 2013 per Riccardo Vaglini ed è appena stato inciso dal pianista americano Richard Valitutto per la New Focus Recording;
Si respira prima del temporale in punta di piedi per clarinetto basso. Scritto nel 2019 per Alice Cortegiani;
Arcipelagos, per violino, clarinetto, violoncello , carta, elettronica del 2017;
Bosco di Courton, luglio 1918, per coro e tre percussionisti (2003);
Già da più notti s'ode ancora il mare, per coro solo (2000);
Verso l'aria, brano elettronico del 2013 composto per l'experimental film Noos creato assieme al collettivo di compositori italiani
MOA project.
4 - E della musica in genere?
A mio modesto avviso questo è il tempo per ascoltare di tutto, e per scoprire. In ogni caso ci sono sempre le tre B: Bach-Beethoven-Brahms. Si possono scoprire autori italiani come Malipiero o Respighi. Oppure Claude Vivier. Si può ascoltare con calma la musica dei propri amici o conoscenti: Youtube, Spotity, Soundcloud sono una fantastica ed immensa biblioteca. Ci si può immergere in Monteverdi o Dufay come in Schoenberg o Debussy o Grisey, Messiaen, Lachenmann, Sciarrino, Sahariaho e ripeto, la musica dei propri amici e conoscenti.
5 - Qual è il colore della musica?
Non lo so che colore abbia; per me la musica è trasparente e scorre.
Infine, qual è la composizione che ha cambiato la sua vita?
Non posso parlare di una composizione in particolare, ma di autori. Ero una studentella che vagava nella campagna veneta e un giorno andai in città, Padova, incrociai un cd dedicato al flauto. Lo ascoltai e rimasi incantata dall'eleganza del respiro e del fraseggio di alcuni brani: imparai il nome dell'autore e un paio di anni dopo, vincendo la mia timidezza andai a seguire i suoi corsi estivi a Città di Castello, Salvatore Sciarrino. Altro momento fondamentale quando, ascoltando in Biennale a Venezia un lavoro per orchestra di Lachenmann realizzai compiutamente che quello che più mi attraeva e attrae della sua musica è il suo essere elegantemente un poeta dal gusto assai raffinato ed espressivo.
© Cidim