#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Leonardo Schiavo

Leonardo Schiavo compositore
1 - Come passa il suo tempo?
In questi giorni di quarantena approfitto per dedicarmi il più possibile alla composizione. Passo poi parecchie ore anche al computer, per fare lezioni online con gli studenti del Conservatorio presso il quale lavoro. Infine colgo l’occasione anche per gustare più del solito la bellezza del giardino di casa.
2 - Di cosa si sta occupando?
Sto lavorando a diversi brani che avevo in mente da parecchio tempo, tra i quali un paio di pezzi cameristici e qualcosa per coro. A livello puramente mentale sto meditando però anche sulla forma di altri due lavori, uno per orchestra e un possibile balletto.
3 - Cosa propone di vedere e ascoltare della sua musica?
Come un padre non dovrebbe fare distinzione tra i suoi figli, così anch’io non riesco a privilegiare alcune mie composizioni rispetto ad altre. Considerando però quello che si può facilmente trovare in rete, potrei consigliare l’ascolto di Pater noster e Dulcisono per coro, à la consolation per pianoforte (un brano che reputo molto importante per il mio modo di scrivere), Magnificat per soli, doppio coro e orchestra.
4 - E della musica in genere?
Impossibile rispondere a questa domanda. Non so, direi la musica che non cerca le mode: quella che è davvero “attuale” sempre. Dunque Purcell, Bach e tanti altri autori di ogni epoca.
5 - Qual è il colore della musica?
Quello dell’arcobaleno.
Infine, qual è la composizione che ha cambiato la sua vita?
Non ce n’è solo una, anche perché distinguerei tra composizioni mie e di altri. Pensando ai lavori degli altri ritengo che la “Sesta Sinfonia” di Tschaikovsky andrebbe ascoltata almeno una volta nella vita. Ripeto però che sto facendo un torto a tante altre composizioni. A proposito della mia musica, invece, il lavoro che ha cambiato il mio modo di intendere la composizione è Con-planto à la Vierge. http://schiavoleonardo.weebly.com

© Cidim