#tempocalmo: 5 domande a musicisti italiani in tempo di coronavirus: Lelio Giannetto

Lelio Giannetto, compositore contrabbassista e direttore artistico di Curva Minore
1 - Come passa il suo tempo?
Questi è un tempo molto speciale. Mi sembra di riappropriarmi del tempo naturale. Sono momenti molto importanti da vivere, se si ha la fortuna, in intimità e riflessione. Poter respirare aria in città non lo ricordavo più. Leggo ascolto, penso, respiro, vivo.
2 - Di cosa si sta occupando?
Ho trovato un tempo anche per scrivere, comporre, mettere insieme idee nuove, in continuità e consapevolezza con il tempo attuale. Sto cercando di capire come sopravvivere dal punto di vista pratico. Notando gli sforzi e l’interesse del Governo non vedo attualmente coperture significative per il mantenimento materiale dei musicisti: la questione è complessa e articolata e si incrocia con le dinamiche dell’attività organizzativa. Mi sto occupando infatti della programmazione futura di Curva minore, con tutte le difficoltà del caso. Senza un supporto materiale e senza strumenti di gestione degli spazi pubblici sarà difficile ripartire e intanto i disastri dal punto di vista economico, sociale, culturale, rischiano di compromettere la tenuta del sistema.
3 - Cosa propone di vedere e ascoltare della sua musica?
Nulla.
4 - E della musica in genere?
Tutto.
5 - Qual è il colore della musica?
Arcobaleno.
Infine, qual è la composizione che ha cambiato la sua vita?
4’33”  di John Cage: credo sia il punto di (non) ritorno, il momento in cui tutto ha ripreso ad avere senso, un paradosso esponenziale, un buco nero al contrario, un’eruzione cosmica dell’ascolto. Ecco: di questo abbiamo bisogno. Ascoltare dal silenzio.
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