Il pubblico, scorrendo come sempre i
programmi che presentano l’offerta musicale della
Stagione 2024-2025, troverà gli interpreti (per lo
più già ben conosciuti) che si succederanno sul
palcoscenico del Conservatorio, e su quello del
Teatro Vittoria.
Quanto al repertorio è largamente costituito, anche
questa volta, dagli immancabili “classici”, ossia da
quei compositori il cui ascolto costituisce sempre
una scoperta, come lo è stata la prima volta in cui
li abbiamo sentiti. Le loro opere sono una ricchezza
per chi li ha ascoltati e amati da giovane, ma
costituiscono una ricchezza non minore per chi le
ascolti, per la prima volta, nelle condizioni migliori
per gustarle, raggiunta la maturità.
«La gioventù
comunica all’ascolto, come ogni altra esperienza,
un particolare sapore e una particolare importanza,
mentre in maturità si apprezzano (si dovrebbero
apprezzare) molti dettagli, livelli e significati in
più».
Questa riflessione, qui adattata alla musica,
è – manco male – di Italo Calvino nel breve saggio
Italiani, vi esorto ai classici.
Poi vengono gli interpreti: con alcuni abbiamo
collaudati legami, tanto da considerarli veri e propri
amici di famiglia; una famiglia un po’ allargata, si
capisce, ramificata, e anche (per fortuna) un po’
ringiovanita, come testimoniato dalla crescente e
sonora presenza di giovani ai concerti, ma comunque
coesa nella stessa passione. Una famiglia capace
di entusiasmi e talora sorprendente, nel cogliere
l’ambiente di affettuosa simpatia che ha spinto il
grande mezzosoprano Cathy Berberian, a lasciarci
(molti anni fa, in camerino, dopo un concerto…) un
forte “Smack” di un bacio impresso per noi su un
foglio bianco, con il rossetto delle sue labbra – che
ora si vede inquadrato nella nostra sede: venite a
trovarci, per vederlo! – schioccato in ricordo della
sua performance di quella sera.
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