Si è recentemente riunita a Parma, presso la sede dell'Istituto nazionale di studi verdiani la giuria del
Premio Internazionale Rotary Club Parma "Giuseppe Verdi", giunto alla sua XVIII edizione.
Il Premio, ideato e finanziato dal Rotary Club Parma sotto la presidenza di Federico Montecuccoli
degli Erri, ha preso avvio nel 1983 grazie alla collaborazione con l’Istituto nazionale di studi
verdiani, allora retto dal presidente Bruno Molajoli e dal direttore scientifico Pierluigi Petrobelli.
L'obiettivo del Premio - conferito a cadenza biennale - non è quello di dare riconoscimenti a noti
studiosi, bensì quello di fornire opportunità di studio a giovani ricercatori qualificati, per un
progetto che si caratterizzi per il suo valore innovativo e che dia luogo a una realizzazione editoriale
originale, negli ambiti ancora scarsamente o per nulla esplorati nel vasto territorio degli studi
verdiani.
Grazie a questa formula il Premio ha riscosso fin dall'inizio grande successo, con partecipazioni da
tutto il mondo che hanno dimostrato l'interesse assai diffuso per la ricerca verdiana e la varietà di
argomenti ancora da esplorare. Dei lavori inerenti al Premio sono stati finora pubblicati quelli di
Markus Engelhardt, Roger Parker, Marco Beghelli, Knud Arne Jürgensen, Roberta Montemorra
Marvin, Susan Rutherford, Dino Rizzo, Olga Jesurum e - nel 2017 - Gloria Staffieri.
La XVIII edizione del premio acquista particolare rilievo poiché coincide con il rinnovo decennale
della convenzione fra le due Istituzioni, recentemente siglata a confermare un sodalizio culturale e
progettuale in essere ormai da più di trent’anni.
La giuria della XVIII edizione del Premio - composta dalla dott.ssa Alessandra Carlotta Pellegrini
(Direttore scientifico dell'Istituto e presidente della giuria), dai proff. Renato Di Benedetto e Markus
Engelhardt – nominati dall'Istituto stesso – e, per il Rotary Club Parma, dal dr. Marco Micheli e
dalle proff.sse Daniela Romagnoli e Giusi Zanichelli - dopo avere constatato il notevole interesse e
valore scientifico dei progetti e l'alta qualifica professionale dei partecipanti, giudica la candidata
Anna Giust idonea ad accedere alla seconda fase prevista dal bando del diciottesimo Premio Rotary
con il progetto dal titolo: Verdi, Pietroburgo 1862: uno studio sulla ricezione de La forza del
destino.
Questo progetto si prefigge di ricostruire le tappe della commissione, della produzione e della ricezione de
La forza del destino proprio alla luce del dibattito che funse da contesto culturale di accoglienza dell’opera.
L’obiettivo è un saggio monografico che ripercorra, a partire da fonti dirette, le tappe della commissione,
produzione e ricezione nei termini dell’immagine che l’evento assunse nel contesto russo:
Il progetto si prefigge di ricostruire le tappe della commissione, della produzione e della ricezione
della Forza del destino proprio alla luce del dibattito che funse da contesto culturale di accoglienza
dell’opera. L’obiettivo è un saggio critico sul nazionalismo musicale russo e sugli effetti che l’opera
verdiana assunse in tale contesto culturale. L’eccellente redazione del progetto e l’ampiezza e la
precisione della bibliografia che lo correda appaiono ottime garanzie della sua esecuzione nei tempi
previsti.
Anna Giust è una ricercatrice indipendente. Nel 2004 si è laureata in Lingue e Letterature straniere (russo e francese) a
Ca’ Foscari (Venezia) con una tesi sull’opera Il naso di Dimitrij Šostakovič, e nel 2008 presso la stessa università ha
ottenuto la laurea specialistica in Musicologia e Beni Musicali. È inoltre diplomata in chitarra classica (Conservatorio
“A. Pedrollo” di Vicenza, 2005). Nel 2012 ha concluso il dottorato in Storia e critica delle arti, musica e spettacolo
presso l’Università degli Studi di Padova, con la tesi intitolata Towards Russian Opera, Growing National
Consciousness in 18th-Century Operatic Repertoire. Nell’a. a. 2013-14 è stata docente a contratto di lingua russa presso
l’Università Ca’ Foscari di Venezia, e nell’estate 2015 ha fruito di una borsa post-dottorale presso l’Institut de
Musicologie dell’Università di Friburgo (Svizzera). Nel 2017 è stata per un breve periodo guest researcher all’Institute
for Russian and Eurasian Studies di Uppsala (Svezia), dove ha intrapreso il lavoro di edizione critica dell’opera Lo
sfortunato cavaliere Kosometovič di Martín y Soler su libretto di Caterina II.
Da diversi anni porta avanti un percorso di ricerca dedicato allo studio del repertorio operistico russo come
veicolo di interpretazione della storia della cultura di quel paese nei suoi rapporti con l’evoluzione della cultura
europea, e nel contempo si interessa delle relazioni musicali tra Italia e Russia, in particolare del fenomeno della
ricezione dell’opera italiana. È autrice di due monografie: Ivan Susanin di Catterino Cavos, Un’opera russa prima
dell’Opera russa (EDT-De Sono Tesi, Torino 2011), e Cercando l’opera russa, La formazione di una coscienza
nazionale nel teatro musicale del Settecento (Feltrinelli-Amici della Scala, Milano 2014), e di diversi articoli sul teatro
musicale russo dal Settecento al Novecento.
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